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la francia vota e sceglie da che parte stare

8/7/2024

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di Giulia Cavallari

Il ballottaggio che si è tenuto ieri ha portato ad un risultato chiaro relegando Le Pen e Bardella al terzo posto (con Bardella che parla di "alleanza del disonore" che ha negato il potere a Rassemblement National), facendo “non crollare” Macron e il suo partito arrivato secondo e portando Melenchon e il Fronte Popolare al primo posto (Nuovo Fronte Popolare (NFP), l’alleanza di sinistra che riunisce tra gli altri il Partito Socialista, il Partito Comunista, il partito ecologista Europe Écologie Les Verts e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon). Contro ogni aspettativa.
L’estrema destra tanto osannata anche da alcuni politici italiani ha perso. Salvini, con i suoi soliti modi “pacati” e molto poco istituzionali aveva parlato di tradimento della volontà del popolo francese che però, se non se ne fosse accorto (e la cosa non ci stupisce), il popolo si è espresso.
Rassemblement National è ben lontano dalla agognata maggioranza assoluta. 
I francesi hanno scelto da che parte stare. Lo hanno fatto con il gesto più semplice e potente del mondo: andare a votare. 

Una clamorosa sconfitta per la Le Pen ai ballottaggi e neanche questa volta il Rassemblement National arriva al governo. Il popolo sul quale Le Pen e Bardella avevano fatto affidamento li ha "traditi" infliggendo forse la sconfitta più pesante ai ballottaggi perchè, mai come questa volta, avevano visto la vittoria.
Una partita ad altissimo rischio giocata da Macron che però conosce alla perfezione il sistema elettorale francese. Proprio il sistema elettorale maggioritario a doppio turno della Quinta Repubblica ha sempre funzionato da freno per gli eccessi estremistici. E ha funzionato anche questa volta. 
Ma è ormai un Macron che ha perso il piglio che lo aveva contraddistinto fin dalla sua prima elezione che ha lasciato, nel corso soprattutto di quest'ultimo mandato, spazio al populismo che è proliferato.

La sinistra si é unita, l’argine contro l’estrema destra della Le Pen ha retto e lei, ancora una volta, é costretta a rinviare “la festa”.

218 desistenze strategiche per arrivare a questo risultato che ha sicuramente del “clamoroso” perché ben oltre le aspettative, ma che hanno consentito di bloccare l’avanza dell’estrema destra.
L’elevata affluenza alle urne (che ha superato anche quella del primo turno) ha raggiunto il 67,1% -la più alta dal 1997-evidenzia come i cittadini francesi abbiano scelto di agire, di essere protagonisti, di essere parte attiva del proprio futuro e del futuro di tutta la Francia. 
Ciò non significa che sarà facile formare un governo, non significa che tutto si “risolverà” con uno schiocco di dita, ma si avrà la certezza che l’estrema destra é fuori dai giochi. Non sarà facile perchè l'Assemblea Nazionale è spaccata. La Francia si avvia verso un periodo di incertezza come non si è mai verificato nella sua storia repubblicana. 
Ora, Macron non potrà- almeno per il prossimo anno, procedere allo scioglimento delle Camere e proprio per questo motivo sarà fondamentale cercare accordi tra le forze politiche. Bisognerà capire chi vorrà (o meglio sarà disposto) a ricoprire un ruolo- d'ora in poi molto delicato- che è quello di primo ministro perchè la coalizione è davvero molto eterogenea.

La sinistra dovrà “fare i conti” con fratture sociali che appaiono insanabili, dovrà “riappacificare” città e periferia, dovrà lavorare sui delicati dossier economici perchè la situazione dei conti pubblici francesi mostra alcune crepe tenendo conto di quelle che sono le "promesse elettorali" del Fronte Popolare che faticano a conciliarsi con la realtà dei conti pubblici francesi, ma anche (e soprattutto) dovrà soffermarsi sui temi sociali e sul welfare, su scuola e istruzione.
Insomma, su tutti quei temi su cui la sinistra fonda (o perlomeno dovrebbe) fondare il suo esistere.
​
Ora é il momento forse della “famosa” cohabitation (più o meno forzata) e della designazione di un percorso comune per Mélenchon e Macron, due politici con idee molto diverse, ma da oggi necessariamente dovranno trovare un senso di “unità” e dialogare nel nome della Francia e del popolo francese forse senza però quell'ipotesi di grande coalizione. Probabilmente ci sarà un governo "tecnico" tipo quelli cui siamo abituati in Italia, ma è ancora presto per dare questo tipo di analisi perchè l'Eliseo attenderà di avere chiaro la composizione dell'Assemblea Nazionale.



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