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L'APPROFONDIMENTO

di Giorgio Provinciali

Accuse e debolezze di Mosca

14/8/2022

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​Il giorno dopo aver mandato in fumo più di 100 milioni di dollari in missili e droni, neutralizzati dalla contraerea ucraina, per la prima volta dal 24 febbraio la Federazione Russa accusa ufficialmente gli Stati Uniti di essere intervenuti direttamente nel conflitto.
L’attacco missilistico russo del 2 agosto è stato forse la seconda disfatta peggiore dall’inizio del conflitto dopo l’affondamento della nave da guerra Moskva, gioiello della marina militare di Mosca silurato dai Neptune ucraini.
​Sette degli otto missili da crociera Kh-101 e Kh-555 sparati dai bombardieri strategici Tu-95MS e Tu-160 sono stati abbattuti in volo dalla contraerea dell’Aeronautica Militare ucraina, ancora sprovvista delle ultime dotazioni occidentali attese da Kyiv. Ciascun missile trasportava testate da 400 chilogrammi di esplosivo, un potenziale distruttivo enorme pagato a peso d’oro, letteralmente andato in fumo. Lo Stato Maggiore della Difesa ucraina conferma che nello stesso giorno la Federazione Russa avrebbe lasciato sul campo otto veicoli corazzati AMV, sei carri armati, un drone e ben 180 soldati, che andrebbero a sommarsi alle 41mila vittime contate negli ultimi 161 giorni (per un numero tre volte superiore di feriti). Tramite il proprio Ministero della Difesa, Mosca accusa formalmente gli USA di aver fornito informazioni d’intelligence fondamentali a Kyiv, insinuandone anche il coinvolgimento diretto nei raid su aree residenziali e infrastrutture civili in Donbass avvenuti in passato. Se a questo sommiamo le perdite subite recentemente in Crimea, la piega che sta prendendo la guerra per la Federazione Russa si delinea meglio. L’attacco del 9 agosto alla base militare di Saki a Novofedorivka costituisce per l’aeronautica militare russa la più grave perdita in un solo giorno dalla Seconda Guerra Mondiale. Almeno 9 aerei sono stati distrutti e l’intero complesso è stato reso inutilizzabile. Non sono ancora chiare le modalità in cui ciò sia avvenuto: sebbene gli HIMARS in dotazione all’esercito ucraino siano estremamente precisi, non sono in grado di coprire l’enorme distanza che separa il territorio controllato dall’esercito di Kyiv e la Crimea temporaneamente occupata. Secondo alcune indiscrezioni, l’attacco potrebbe essere stato compiuto utilizzando missili di fabbricazione ucraina, opportunamente modificati. Qualora invece costituisse un atto di sabotaggio, rappresenterebbe una minaccia forse ancor peggiore per gli occupanti: già da tempo circolano nei territori occupati messaggi e fogli stampati da ucraini in cui fanno il conto alla rovescia del tempo che resterà alla liberazione di tutti i territori. In ogni caso, tutti questi sono chiari segnali del fatto che la Federazione Russa non è in grado di difendere le posizioni temporaneamente conquistate, di contrastare le armi moderne in dotazione all’esercito di Kyiv e di contenere l’incredibile coraggio dei Partigiani ucraini.
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