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L'APPROFONDIMENTO

di Giorgio Provinciali

Il telecomando non mente

16/6/2022

1 Commento

 
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​Dopo il coraggioso gesto che lo ha portato ad abbandonare lo Studio televisivo di LA7 durante la  diretta di Massimo Giletti da Mosca, Alessandro Sallusti ci ricorda  quanto in realtà, senza  scomodare il COPASIR, basti il telecomando per smascherare propagandisti e filoputiniani d’Italia. 
Altrettanto eloquente, prima di quello del televisore, il telecomando che abbiamo perennemente in  mano: basta uno swipe sullo smartphone e la home di Facebook ci recapita l’invito ad ascoltare in  prima serata una trasmissione su quel canale DTT fondato da Claudio Messora, ex capo della  comunicazione M5S al Senato, già oscurato da YouTube in tempo di pandemia per aver violato le  norme sulla diffusione di fake news e disinformazione in ambito scientifico, oggi prestato alla  propaganda filorussa. Nell’invito sono riportati nomi e cognomi con tanto di foto segnaletiche di tutti  i partecipanti, con un preambolo così ingenuamente chiaro e cristallino che una sola parola in più  sarebbe di troppo: “(…) vi faremo sentire tutte le voci, come quella di Anna Soroka, viceministro  degli Esteri della Repubblica popolare di Luhansk”. Lo hanno scritto davvero. Francesco Borgonovo,  Mario Giordano e tutti gli altri nomi citati acconsentono dunque che la loro immagine compaia sul  medesimo invito in cui viene ammesso a chiare lettere il riconoscimento di quelle Autorità  secessioniste perentoriamente non accettato dall’intera Comunità Internazionale. Il che non  costituisce certamente reato, ma palesa quell’affinità di pensiero tra lorsignori e Putin, che induce altrettanto legittimamente ad identificare i primi come filoputiniani. Che le stesse persone godano poi  di un’ampissima finestra nel panorama televisivo ed editoriale italiano, ospiti fissi e conduttori in prime time con ampio margine discrezionale su quali ospiti invitare, quali voci ascoltare, quanto  spazio dare, è un dato di fatto pur sempre lecitamente riscontrabile. 

A tal proposito, se è vero che il telecomando non mente, nondimeno fa un orologio. Non serve il  COPASIR, è un esperimento che tutti possiamo fare. Telecomando in una mano, orologio nell’altra.  Quanto spazio viene dato a chi è fortemente critico sull’invio di armi a sostegno della popolazione  ucraina, rispetto ad interventisti e posizioni apertamente pro-NATO? 

Di Martedì, conduce Floris. La trasmissione apre con il politburò pentastellato al completo:  Travaglio, Conte e Di Battista si alternano praticamente ininterrotti per 45’. Un breve sketch satirico e poi ancora altri 45’ di posizioni pacifinte, soltanto brevemente interrotte da ospiti atlantisti anche  numericamente in minoranza. 90’ a martello. Praticamente la durata di una partita di calcio. 

Non è l’arena, conduce Giletti: apre le danze Cacciari ricordandoci il Cremlino culla della civiltà,  segue Zakharova (portavoce di Lavrov) con un monologo di quasi 50’. Toccata l’ora e mezza senza contradditorio, Sallusti sbrocca e se ne va.
 
Giordano, elencato nell’invito ad ascoltare il viceministro di una Repubblica che esiste soltanto per  Putin, conduce una trasmissione su Rete4 ed è ospite fisso sulla stessa emittente da Del Debbio insieme a Borgonovo, che a sua volta conduce proprio quella trasmissione lì, in onda su  quell’emittente già chiusa una volta per diffusione di disinformazione e propaganda antiscientifica. 

Poi ci sono gli errori di percorso, che non vogliamo in buona fede annoverare tra quelli intenzionali.  Nel suo servizio andato in onda su Sky TG24, Jacopo Arbarello afferma che i civili di Bucha siano  stati massacrati dagli stessi ucraini, travisando completamente non solo le parole della persona  intervistata ma di tutte le altre numerosissime testimonianze, che descrivono invece in maniera netta  e inequivocabile quella realtà molto ben documentata da immagini satellitari, intercettazioni e prove ormai inconfutabili. Errare humanum est, inutile fare un processo alle intenzioni. Però la  somma di tutto porta a quei segnali d’allarme più volte lanciati dalla stampa internazionale. In un recente sondaggio anonimo, lanciato da uno dei canali Telegram più letti nel nostro Paese, il 67%  dei votanti su un campione di quasi 14000 persone si è dichiarato favorevole all’iniziativa del  COPASIR, ritenendo la sicurezza nazionale minacciata dall’attività di giornalisti ed influencer filorussi. 

Non si tratta di riscrivere la colonna infame con i nomi degli untori ma di far chiarezza, proprio a  tutela di quell’informazione libera e scevra da sfere d’influenza che il COPASIR intende tutelare, non surrogare. 
1 Commento
Elisa
17/6/2022 10:11:35

Articolo documentatisssimo, come deve essere il vero giornalismo...stiamo assistendo ad un tragico balletto, dal nome il Walzer della disinformaxia ovvero come yi traviso la verita....vergogna!
L evidenza di ciò che accade è incontestabile, abbiamo immagine, testimonianze, numeri.
Non basta? Ogni gg Lavrov, Peskov e co cercano di raccontarci frottole e balle incredibili, quando non si dedidano agli insulti come quel deputato della Duma che ieri ha definito il vertice trilaterale a kijiv: la riunione dei mangiatori di rane, fi salsicce e di spaghetti.
Ma si può tollerare tutto cio' ? Addirittura che ci si mettano i nostri giornalisti e pensatori e' folle. Sono allibita ed indignata!

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