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L'APPROFONDIMENTO

di Giorgio Provinciali

Linea dura comune al Crimea Platform: che farà l’Italia che verrà?

25/8/2022

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Il 23 agosto si è tenuto il secondo forum internazionale “Crimea Platform”, un progetto di consultazione e coordinamento finalizzato a migliorare l’efficacia della risposta internazionale all’occupazione russa della Crimea. Hanno preso parte al summit i rappresentanti di 47 Paesi e organizzazioni, tra cui tutti gli Stati membri del G7 e il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg. Il Cancelliere tedesco Scholz, i Primi Ministri canadese Trudeau e giapponese Kishida hanno presenziato personalmente online.
Tutti quanti concordano sulla necessità di una politica comune di non-riconoscimento della tentata annessione della Crimea.
Stupiscono non poco le dichiarazioni di Erdoğan, riportate dall’”Anadolu Agency”: “Ankara non ha mai riconosciuto l’annessione illegale della penisola e considera la protezione dei tartari di Crimea una sua priorità”. Il Presidente turco, che di recente ha incontrato due volte Putin, ha incalzato chiedendo alla Russia di restituire la Crimea all’Ucraina. Incuriosisce quale sarà la posizione dell’Italia che verrà, se la coalizione di centrodestra vincerà le elezioni. Berlusconi considera l’annessione “democratica e civile”. Lo ha ripetuto più volte, sin da quando a settembre 2015 fece ritorno dalle serate in Crimea con l’amico Putin, definito più volte il “leader liberale migliore del mondo”. La Lega di Salvini è ancora gemellata con “Russia Unita”, il Partito di Putin. Entrambi si definiscono atlantisti ma le posizioni di Nato e G7 sulla Crimea sono compattamente irremovibili e molto distanti da quelle di Salvini e Berlusconi. La Storia non smette mai di riservare insegnamenti e coincidenze che dovrebbero far pensare: sempre il 23 agosto ma del 1939, fu firmato il cosiddetto patto “Molotov-Ribbentrop”, a seguito del quale la Polonia e gli Stati baltici persero la loro indipendenza. Certe posizioni finiscono per sempre sui libri di Storia, ma dal lato sbagliato. Lo tenga bene a mente chiunque guiderà il prossimo Esecutivo.
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