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L'APPROFONDIMENTO

di Giorgio Provinciali

Neutralità e nuovo Ordine mondiale

17/6/2022

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​Si è svolta ieri a Firenze la manifestazione mille contro la guerra permanente. Presenti tra gli altri Ascanio Celestini, Santoro, Montanari. Tema centrale la neutralità. Cioè chiedere la neutralità permanente a chi è vittima di un aggressore che vuole la guerra permanente. 
L’Ucraina siglò la sua neutralità nel 1994, sottoscrivendo gli accordi del memorandum di Budapest.  Sul piatto della bilancia mise 1900 testate nucleari, non parole. Sarebbero certamente state un  deterrente notevole per qualsiasi aggressore, ma prevalsero denuclearizzazione e imparzialità. La  Russia s’impegnava a preservare l’inviolabilità dei confini ucraini, proteggendoli in caso  d’aggressione. In cambio, riceveva le testate nucleari ucraine. Come andò poi la Storia è tristemente  noto. Premesso che la Costituzione ucraina prevede già una neutralità, sarebbe bello ricordare quando,  durante le prime fasi del conflitto, dagli stessi pulpiti se ne invocava una “sul modello di Svezia e  Finlandia”. Neanche un mese dopo i fatti di Bucha erano già pronte le richieste d’ingresso nella  NATO per entrambi i Paesi. Persino in Svizzera, ad un certo punto, ci si è interrogati sul senso  d’interrompere la storica neutralità. Poche ore prima della manifestazione, il viceministro degli Esteri  russo Sergei Ryabkov ha nuovamente menzionato la possibilità di utilizzare armi nucleari in  Ucraina. Medvedev, vicepresidente russo, dopo aver scritto a chiare lettere di odiare gli occidentali  al punto da volerli vedere annientati finché avrà vita, ci domanda se siamo così sicuri che l’Ucraina  esisterà ancora, tra due anni. Non sono le premesse migliori per invogliare a deporre le armi, per  iniziare costruire una casa sopra un ponte. 

Sempre ieri, a San Pietroburgo si è aperto il forum economico internazionale. Vladimir Putin rende  noto tramite il suo portavoce Dmitry Peskov che durante l’evento, boicottato da USA e parte  dell’UE, rilascerà importanti dichiarazioni circa la ricostituzione di un nuovo Ordine mondiale. Dietro  quel termine inquietante, che ci riporta alla prima metà del Novecento, si palesa la volontà del  Cremlino d’imporre nuove sfere d’influenza, adombrando con presagi poco rassicuranti un futuro già  vissuto nella seconda metà di quel secolo. Special guests allo SPIEF, i talebani accorsi a batter cassa per quei due miliardi di dollari ancora non riscossi dalle casse del Cremlino, pegno assicurativo  richiesto per evitare l’invasione del Tagikistan. Oltre loro, tappeto rosso per Bolsonaro, Venezuela  di Maduro, Corea del Nord e name tag girati per chi fisicamente presente e neutrale, ma  ufficialmente assente e schierato. 

Fortunatamente, la giornata s’è conclusa le parole[11] del Segretario di Stato americano Antony J.  Blinken e le notizie dal meeting di Ramstein-3: deterrenza e difesa della NATO sul fianco orientale  sono state rafforzate e l’assistenza militare e di altro tipo all'Ucraina sono state aumentate come mai nella  Storia, poiché ha difeso coraggiosamente il suo territorio e la sua libertà. 
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