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L'APPROFONDIMENTO

di Giorgio Provinciali

Propaganda tra i banchi di scuola ungheresi

29/9/2022

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La deriva illiberale ungherese, a più riprese condannata dall’Alta Corte di giustizia dell’Unione europea, assume connotazioni ogni giorno più inquietanti. Da anni Human Rights Watch denuncia il problema del condizionamento delle libertà in Ungheria. Dal 15 settembre è entrato in vigore un decreto secondo cui ogni donna che intende abortire dovrà per legge ascoltare il battito cardiaco del feto prima di confermare la sua scelta. La crociata conservatrice di Fidesz, votata alla costruzione di un’immagine cristiana e nazionalista, passa per l’indottrinamento del pensiero alla linea unica dettata dallo Stato e inizia in tenera età attraverso i libri di testo scolastici creati nell’Ofi, il centro di ricerca e sviluppo dell’istruzione gestito dallo Stato. In una lunga intervista, già tre anni fa la Cnn riportava l’imbarazzo di molti insegnanti ungheresi costretti a spiegare ai propri alunni il significato di vignette che ritraevano nei libri la Germania come una grossa scrofa che allatta maiali greci, spagnoli, belga e portoghesi mentre in disparte un felice maialino ungherese si gustava la propria erba.
Altre vignette ritraevano coppie eterosessuali felici di contribuire al superamento della crisi demografica, ed altre ancora invitavano gli alunni a riflettere su immigrati e rifugiati, colorando espressioni tipo “ci tolgono il lavoro, condurranno uno stile di vita criminale, diffondono malattie”. Il portale indipendente ungherese Telex richiama oggi l’attenzione sull’attuale programma scolastico, che dedica un’intera sezione all’Ucraina invitando i giovani lettori ad assumere un atteggiamento ostile verso di essa. Sul portale nazionale della Pubblica Istruzione Nkp sono liberamente consultabili cartine che riportano la Crimea russa, o inviti a chiedersi “a chi dovrebbe appartenere l’Ucraina?”. Un’immagine raffigura la bandiera ucraina contesa da un grande orso russo e due piccoli e goffi personaggi in abiti europei e americani. Il libro di testo spiega che è in corso una guerra civile, che l’Ucraina è un posto brutto in cui vivere, e descrive in maniera infelice gli ungheresi ivi residenti. Illustra Mukachevo, città nel sud dell’Ucraina, come abitata in gran parte da ungheresi (dato falso, perché sono circa l’8,5% dei locali) e chiede al bambino di usare Google Maps per capire se è più conveniente per loro raggiungere Kyiv o Budapest. Vengono riportati dati del 2013, antecedenti l’invasione rascista, per dimostrare che il volume di scambi tra Ucraina e Federazione Russa sia intorno al 24%, mentre da anni si attesta al 6,5%. Tramite il proprio portavoce Oleh Nikolenko, il Ministero degli Esteri ucraino chiede la rimozione immediata di tutte le informazioni false a discredito del proprio Paese, contenute nel libro di testo attualmente in uso tra gli alunni di terza media in Ungheria. Più volte pubblicamente sostenuto in Italia da Giorgia Meloni, con quella che orgogliosamente definisce “democrazia illiberale” Orbàn sta imponendo un pensiero unico distorto, figlio del sovranismo malato sdoganato in Europa da Putin.
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