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PILLOLE D'AMBIENTE

IL SESTO CONTINENTE

12/10/2021

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​Sapevi che sulla Terra è stato scoperto un nuovo continente? 
Purtroppo non stiamo parlando della scoperta delle Americhe 2.0:

1. COSA È?

​Conosciuto come Great Pacific Garbage Patch (o più comunemente isola di plastica), questo enorme ammasso di rifiuti, principalmente composto da materiali plastici, situato nell'Oceano Pacifico, è il simbolo della minaccia ai mari, agli animali che lo vivono e al loro ecosistema. 
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2. Quanto è esteso?

​Difficile dire quale sia l'esatta estensione dell'isola, tuttavia dagli studi effettuati è emerso che possa avere delle dimensioni che vanno da un area più grande della Penisola Iberica ad un area più estesa degli Stati Uniti.
In ogni caso, si stima che l'intera isola sia composta da circa 100 milioni di tonnellate di rifiuti. 
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3. Come si è originato?

​L'accumulo ha iniziato a formarsi negli anni '80, per via del sempre più crescente inquinamento da parte dell'uomo e grazie all'azione della corrente oceanica (Vortice Subtropicale del Nord Pacifico), che col suo tipico movimento a spirale ha permesso ai rifiuti di aggregarsi tutti nel solito punto, dando vita così all'isola. 
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4. Problematiche ecologiche

​La problematica principale che comporta l'isola di plastica è relativa all'intero ecosistema marino. Infatti, a differenza dei rifiuti di origine biologica che sono sottoposti a biodegradazione, i materiali che la compongono si fotodegradano (degradazione in parti sempre più piccole, sino a diventare polimeri), facendo si che la plastica si integri nella catena alimentare dello stesso. 
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5. Opere di pulizia e bonifica

​Il ragazzo prodigio Boyan Slat che ha fondato la ONG Ocean Cleanup, ha progettato una macchina per raccogliere rifiuti plastici dal mare sfruttando le correnti oceaniche.
L’idea alla base dell’Ocean Array Cleanup è semplice e geniale, la macchina sfrutta le correnti del mare, le stesse che hanno portato alla creazione dell’isola di plastica, per far sì che i rifiuti di plastica si accumulino nelle piattaforme e il mare si pulisca “da solo”.
Il sistema è composto da una catena di barriere galleggianti della lunghezza di due chilometri e poste in favore di corrente, senza reti, che convogliano la plastica verso piattaforme che fungono da imbuto. 
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    DI LUCA SACCHETTI

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