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Giulia CavallariGiovane Avanti! Bologna Finora l’Italia ha ricevuto quasi 46 miliardi di euro dai fondi stanziati per lo sviluppo ed esecuzione dei progetti previsti nel PNRR. Ha ricevuto un pre-finanziamento di 24,89 miliardi di euro e il primo pagamento di 21 miliardi. Sono 21 gli stati membri UE che hanno ricevuto almeno il pre-finanziamento e 7 quelli che hanno ricevuto il primo pagamento (tra cui l’Italia). Il nostro Paese a breve riceverà anche il secondo pagamento. Il PNRR è lo strumento necessario e fondamentale che l’UE ha messo in campo per far fronte alla crisi pandemica e alle sue conseguenze economiche e sociali per un totale di 723,8 miliardi di euro. (385,8 miliardi come prestiti e 338 miliardi come sovvenzioni). Il 64% dei fondi PNRR destinati all’Italia è un prestito che dovrà, quindi, essere restituito (circa 123 miliardi su un totale di 191 miliardi di euro). Per il nostro Paese i fondi PNRR equivalgono a quasi l’11% del PIL. Il 28 giugno scorso l’Italia aveva presentato alla Commissione la richiesta di pagamento basata sui 45 obiettivi.
Il secondo pagamento verrà rilasciato a breve dalla Commissione europea che ha, di fatto, dato il via libera visto il raggiungimento dei 45 obiettivi previsti per il primo semestre del 2022. Il Presidente del Consiglio Draghi si è mostrato soddisfatto per i risultati raggiunti e ha aggiunto “Non ci sono ritardi nell’attuazione del PNRR, se ce ne fossero, la Commissione non verserebbe i soldi”. Inoltre, entro la fine del 2022, si punta al raggiungimento di altri obiettivi (oltre il 50% degli interventi che la Commissione dovrà valutare). La Presidente Von der Leyen ha dichiarato “Ancora una volta buone notizie per l'Italia. La Commissione ritiene che l'Italia abbia compiuto adeguati progressi nell'attuazione del suo piano nazionale per la ripresa per ricevere un secondo pagamento da NextGenerationEU. Una volta che gli Stati membri avranno dato il via libera, l'Italia riceverà 21 miliardi di €. L'Italia continua a dar prova di un considerevole slancio riformatore in settori strategici fondamentali, quali l'impiego pubblico e gli appalti pubblici. Porgiamo dunque le nostre congratulazioni all'Italia augurandoci che prosegua per questa strada! La Commissione l'accompagnerà in questo percorso di ripresa”. I fondi sono stati erogati in seguito ad una approfondita analisi da parte della Commissione europea, del Comitato di politica economica e dal comitato economico finanziario. Quindi l’autorizzazione da parte di questi organi indica che il nostro Paese sta lavorando bene per il perseguimento degli obiettivi prefissati e quindi "prendono concretamente forma riforme e investimenti che, al termine del loro percorso attuativo, determineranno una significativa trasformazione del Paese, in linea con le direttrici di riforma indicate dal Piano, a partire dalla transizione ecologica e dalla digitalizzazione". Nel primo semestre 2022 sono state realizzate importanti riforme come quella che introduce la nuova sanità territoriale, il completamento della riforma della PA, le norme in materia di appalti pubblici, le riforme per il sistema dell’istruzione, la riforma in materia di amministrazione fiscale. L’assegnazione dei fondi aveva e ha come obiettivo quello di riqualificare, ma anche valorizzare i territori. Altri fondi sono stati destinati al mondo del digitale, alla transizione digitale nel nostro Paese spesso troppo indietro rispetto agli altri Stati UE. Altri fondi sono stati destinati alla transizione ecologica, alla strategia nazionale dell’economia circolare, al programma nazionale per la gestione dei rifiuti. Nella report che il Governo ha inviato al Parlamento viene presentato lo stato di attuazione del PNRR nel nostro Paese. Per quanto riguarda la parte relativa alla digitalizzazione, gli obiettivi di connettività hanno visto già, nella prima parte dell’anno, il raggiungimento di alcuni risultati perché- come emerge dalla relazione del Governo- il Dipartimento per la trasformazione digitale “ha notificato l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per i progetti di connessione veloce, che comprendono i piani ‘Italia a 1 Giga’ e ‘Italia 5G’, ma anche altri investimenti quali ‘Scuola connessa’ ‘Sanità connessa’ nonché la misura relativa al ‘collegamento isole minori’”. Sono solo alcuni degli obiettivi che dovranno consentire al Paese di avviarsi verso un piena attuazione del PNRR . Il PNRR rappresenta quell’insieme di riforme e interventi e investimenti che il Paese attendeva da troppo tempo e che vede il coinvolgimento sia dello Stato che delle Regioni e amministrazioni per consentire la sua realizzazione e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha introdotto un sistema denominato ReGiS con quale poter monitorare l’attuazione del Piano in questione. Si tratta di una piattaforma per il monitoraggio dei programmi di investimento pubblici che sono finanziati con i fondi nazionali e comunitari. Un sistema centralizzato in cui sono registrati “dati di programmazione e attuazione non solo del PNRR, ma anche degli altri interventi cofinanziati da fondi europei e nazionali. Potrà essere utilizzato da tutte le amministrazioni pubbliche che gestiscono programmi di investimento, sia a livello centrale che territoriale”. È fondamentale che vi sia un controllo-monitoraggio costante perché qualora dovessero sorgere delle criticità, deve esserci la possibilità di intervenire per “correggere” adottando anche, eventuali, interventi normativi. La quantità di risorse previste con il PNRR richiede che vi sia un sistema di procedure atte a garantire che quelle somme vengano “spese in modo corretto e onesto” (p. 29 della Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Anche la Corte dei Conti è coinvolta appieno nell’attività di controllo del PNRR perché “esercita il controllo sulla gestione, svolgendo valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia con riferimento all’acquisizione e impiego delle risorse del PNRR, secondo criteri di cooperazione e di coordinamento con la Corte dei Conti europea” (p. 30). Stando ai dati forniti dal MEF sono state sostenute spese per quasi 12 miliardi di euro concentrate soprattutto nell’ambito dei trasporti, della transizione 4.0, delle scuole, della gestione delle risorse idriche(riduzione del rischio idrogeologico), digitalizzazione. Chiaramente, la portata dell’intero PNRR ha visto e vede il coinvolgimento attivo delle Regioni perché si tratta di interventi che esplicano i loro effetti nell’ambito delle politiche pubbliche con la necessità di garantire un coordinamento lineare, ma soprattutto efficace attraverso anche la Conferenza delle Regioni e le Amministrazioni centrali e gli enti territoriali coinvolti. La necessità di un dialogo continuo e costruttivo tra gli attori di questo processo è necessario per dare al Paese quella svolta che attende da troppo tempo. Il PNRR deve avere come obiettivo quello di realizzare le misure previste dalle 6 Missioni che formano l’intero Piano, ma soprattutto deve contribuire a “colmare disuguaglianze che storicamente hanno caratterizzato il nostro Paese, perseguendo priorità trasversali relative all’inclusione delle persone con disabilità, alle pari opportunità e generazionali e alla riduzione del divario di cittadinanza”. Soffermandoci sul divario di cittadinanza il PNRR ha previsto l’obbligo di destinare alle regioni del Sud Italia almeno il 40% delle risorse. Risorse che devono essere assegnare “in misura almeno proporzionale alla popolazione residente (pari a circa il 34% della popolazione italiana)”. Perché il “vincolo” del 40% delle risorse al Sud? Perché la gran parte delle iniziative per realizzare i progetti previsti nel PNRR ha una ricaduta territoriale. Già lo scorso anno il Ministero per il Sud e la coesione territoriale ha dato alle amministrazioni centrali una serie di indicazioni operative per assolvere all’obbligo di destinazione territoriale delle risorse rivolte al Sud Italia. Perché il divario (tra Nord e Sud) che il Paese porta dietro da decenni è un po' come “un ago della bilancia” che da sempre è sbilanciato lasciando il Sud spesso “abbandonato” a se stesso, ma oggi è un divario che pesa notevolmente sulla vera e propria sopravvivenza di territori che, di anno in anno, si spopolano soprattutto di giovani perché mancano i servizi essenziali, perché manca una visione di futuro, perché manca l’opportunità di trovare un lavoro. Un altro motivo per il quale è fondamentale destinare almeno il 40% delle risorse è quello di mettere in atto misure per favorire le pari opportunità occupazionali con l’obiettivo di sostenere l’inserimento nel mercato del lavoro delle donne e dei giovani, ma soprattutto è necessario favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Il Governo ha quindi deciso di indicare delle linee guida con indicazioni su modalità e criteri applicativi delle disposizioni in questione (p.81 della Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-Sezione I). Altra Missione prevista nel PNRR, soprattutto nell’era post-Covid, è quella che riguarda la Salute perché già a settembre 2022 sono stati adottati una serie di strumenti che consentono di individuare i requisiti per una nuova assistenza territoriale e cioè la riorganizzazione della medicina territoriale tramite le c.d. Case della Comunità. La medicina territoriale ha come obiettivo quello di ricomprendere l’attività delle diverse figure professionali sanitarie per garantire una assistenza ai cittadini che sia continuativa e integrata al tempo stesso. Un obiettivo che non si può non prendere in considerazione è quello che riguarda la digitalizzazione e gli obiettivi di connettività del Paese che hanno già visto il perseguimento di alcuni obiettivi perché il Dipartimento per la trasformazione digitale ha notificato l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per i progetti di connessione veloce oltre ai sub investimenti che riguardano la scuola e la sanità. La Missione 1 ha come obiettivo anche supportare la trasformazione digitale delle amministrazioni pubbliche sia centrali che locali. Un altro obiettivo è quello di adottare delle linee guida attraverso il principio del “cloud first” per la creazione del cloud Italia per una evoluzione tecnologica del nostro Paese e delle sue infrastrutture digitali dando priorità alla pubblica amministrazione e quindi dotarla di strumenti e di tecnologie che consentano lo sviluppo di servizi oltre che incentivare le amministrazioni ad adottare soluzioni basate sul cloud computing (cloud della PA), ma al contempo deve esservi piena collaborazione con l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza per garantire la sicurezza informatica degli asset strategici per l’Italia fornendo un'infrastruttura affidabile e sicura a livello informatico. Il PNRR rappresenta quell’ultimo treno per il nostro Paese e che non può essere perso. È lo sforzo che tutti insieme dobbiamo compiere per consentire- con questi fondi- di colmare numerosi e diversi divari in un’Italia che da sempre è andata a due velocità. Sicuramente gli interventi previsti non esauriscono tutte le iniziative che sia il Governo che il Parlamento sono chiamati a mettere in atto per l’attuazione del PNRR nel suo insieme e dare al Paese un “aspetto” più moderno che si avvicini e allinei ai partner europei.
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