LEGGI ALTRI ARTICOLI SUL SITO GIOVANIREPORTER.ORG
|
LEGGI OUTLOOK GIOVANI SU TERZO MILLENNIO
|
LEGGI LA RUBRICA LAVORIAMOCI IN COLLABORAZIONE CON UIL E TERZO MILLENNIO
|
Giulia CavallariGiovane Avanti! Bologna Dovevano essere stanziati più di 2 miliardi di euro per l’alluvione che ha colpito e martoriato la Romagna. Ne hanno stanziati 1,6 miliardi. In questa cifra rientra anche lo stop a tasse e contributi per un periodi di 3 mesi. All’inizio si era previsto che questa somma (2 miliardi di euro) sarebbe arrivata da alcune estrazioni straordinarie del lotto, dall’aumento provvisorio del costo dei musei, dall’emissione di un francobollo speciale. Nella realtà dei fatti le somme sono state recuperate tagliando ciò che non doveva essere tagliato: fondi per l’integrazione salariale e la formazione, il bonus sociale per il sostegno delle fasce più deboli. Cosa avrebbe dovuto fare il Governo Meloni? Dove avrebbe dovuto cercare i fondi per questa drammatica emergenza? Era possibile uno scostamento di bilancio?
Sappiamo molto bene che i conti pubblici italiani da anni sono sul filo del rasoio, sappiamo molto bene qual è la situazione delle casse dello Stato. Un decreto che dovrebbe rappresentare solo un primo piccolo passo rispetto al dramma che i cittadini colpiti dall’alluvione hanno vissuti nelle ore immediatamente successive e stanno ancora vivendo. Un decreto arrivato in forte ritardo (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1 giugno 2023), perché pare fosse in revisione dal punto di vista tecnico, ma dato che eravamo (e siamo) di fronte ad una situazione di straordinaria emergenza non si sarebbe dovuto attendere un minuto in più. Molto probabilmente proprio la questione legata alla ricerca dei fondi è stata la causa di questo ritardo. Purtroppo dobbiamo rilevare come l’annuncio fatto dalla Meloni è stato, di fatto, smentito nel testo finale, cioè nel testo ufficiale del decreto-legge. Almeno mezzo miliardo di euro in meno rispetto a quanto annunciato e quei fondi stanziati sono stati trovati tagliando dove non avrebbero dovuto. Oltre 1,6 miliardi di euro è rappresentato da oneri per lo Stato (tra cui cassa integrazione emergenziale per i lavoratori colpiti dall’emergenza). Stando ai dati dovrebbero beneficiarne circa 300.000 persone. Per il finanziamento di questa misura la somma è stata recuperata riducendo il fondo di integrazione salariale che dà supporto ai lavoratori in caso di riduzione dell’attività lavorativa, riducendo il fondo sociale per occupazione e formazione che finanzia proprio le misure per incentivare l’occupazione e tagliando il reddito di cittadinanza. Mentre circa 250 milioni di euro sono stati destinati come contributo ai lavoratori autonomi. Purtroppo nella drammaticità della vicenda che ha colpito l’Emilia-Romagna e i suoi cittadini è emerso che nel nostro Paese il Governo fatica a individuare le risorse da stanziare in casi di emergenza e se lo Stato non ha ‘in cassa’ le somme necessarie dovrebbe chiederle a prestito sui mercati e poi agire immediatamente con la fase della ricostruzione perché, sì, di ricostruzione dobbiamo parlare. Purtroppo sul fronte economico, il nostro Paese è molto debole e anche un ulteriore indebitamento potrebbe mettere ancora più in dubbio quell’equilibrio già fortemente precario dei nostri conti pubblici. Purtroppo anche qui si vede un po' quel pressapochismo di questo Governo. E’ sempre bene avere nelle casse dello Stato delle somme a disposizione, somme che potrebbero servire per situazioni di straordinaria necessità ed urgenza vedi appunto come in questo caso l’alluvione che ha colpito una delle regioni più produttive del Paese mettendola in ginocchio, invece il Governo ha preferito spendere soldi nel taglio del cuneo fiscale che se proprio vogliamo essere sinceri purtroppo non può essere la soluzione ai problemi cronici del Paese. E’ arrivato poi l’alluvione e ha presentato un drammatico conto in termini sia di vite umane, che in termini economici e produttivi Nel frattempo si attende ancora la nomina di un Commissario che tarda ad arrivare. In teoria avrebbero già potuto nominare Stefano Bonaccini, Presidente della Regione, ma si sa il colore politico per questo Governo conta. Queste emergenze sono emergenze che colpiscono la popolazione che le subisce, ma al contempo riguardano l’intera Nazione. Immaginare solo di pensare al colore politico di un Presidente di Regione o del Governo è qualcosa che dimostra il livello in cui si trova oggi la politica. Quando il nostro Paese vive tragedie come questa o un territorio viene colpito da un terremoto (come ricordiamo gli eventi tragici degli anni passati) qualsiasi diatriba politica dovrebbe essere messa da parte per il bene della regione colpita, per il bene comune, per il bene dei cittadini che stanno vivendo il dramma e che hanno perso tutto.
0 Commenti
Lascia una Risposta. |