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Il Forum socialista

21/3/2023

2 Commenti

 

Claudio Martelli

Direttore Avanti!

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Mi piace molto l’espressione “Forum socialista”.
Dà l’idea di ciò che siamo e vogliamo essere uno spazio e una voce in cui l’esperienza politica socialista, socialdemocratica e laburista che tanto ha dato all’Europa e all’Italia torni a confrontarsi liberamente e pubblicamente con se stessa e con i suoi interlocutori naturali: il cattolicesimo democratico, i liberaldemocratici, i democratici progressisti, gli ambientalisti seri e combattivi.

In Italia non è esistito altro riformismo che quello socialista e quello cristiano e cattolico oggi quasi ridotti al silenzio. 
​L’apporto liberale fu decisivo solo e unicamente 120 anni fa, in epoca giolittiana (con buona pace di Salvemini e del suo disprezzo per il giolittismo).
C’è stato invece un riformismo repubblicano che nel secondo dopoguerra ruppe col protezionismo dei liberali e promosse la liberalizzazione degli scambi premessa al mercato comune europeo. Sempre con La Malfa i socialisti ottennero la nazionalizzazione dell’energia elettrica e altre riforme del centro sinistra mentre i cosiddetti liberali difendevano i monopoli ma solo se privati.

La questione politica del rapporto con la destra che governa l’Italia si pone anche a noi. Non sul piano formale poiché non saremo certo noi che con Craxi presidente aprimmo le consultazioni anche al MSI di Giorgio Almirante, non saremo noi a escludere il riconoscimento e i rapporti formali di rispetto reciproco anche con la destra. D’altra parte la rivista non è un partito né una corrente di partito e può avere su questo come su altri temi sensibilità diverse e cogliere ragioni di interesse anche in alcuni punti programmatici della destra. Ciò vale anche per i giudizi sull’azione di governo – e i miei non sono proprio lusinghieri.  
D’altra parte se penso all’annunciato decalogo di riforme della giustizia del ministro Nordio mi viene da applaudire. Sembra farina del nostro sacco. Non applaudo invece ai suoi primi atti in contrasto con quel che ha sempre detto e scritto. 
Se penso al presidenzialismo di Giorgia Meloni, anzi, al semipresidenzialismo che ha iscritto nel programma di governo non posso negare che assomigli come una goccia d’acqua all’idea di Craxi e Amato degli anni novanta, quella di eleggere il capo dello stato direttamente dal popolo. Io ho sempre predicato un altro presidenzialismo: eleggere il capo del governo. Renzi lo chiama il sindaco d’Italia per sdrammatizzare e fornire l’esempio di un’elezione diretta che ha funzionato.
Mi ricordo di un colloquio che avemmo, Craxi e io, con Ciriaco De Mita nell’87 o ’88 a margine di qualche vertice di governo. A un certo punto De Mita si spazientì e ci disse, “Voi volete l’elezione diretta del capo dello Stato e pensate di eleggere Craxi. Vi sbagliate perché se io candido Pippo Baudo vince Baudo non Craxi.” Più ci penso più mi convinco che avesse ragione De Mita e continuo a preferire l’elezione diretta del capo del governo. Non si scomodano 40 milioni di cittadini per eleggere un re che regna ma non governa. Andrà bene per la Francia che ama la pompa e i pennacchi sino a intronare, a mettere sul trono, la stessa repubblica. I cittadini si scomodano per scegliere chi avrà il potere e la responsabilità di governare e la porterà tutti i giorni davanti ai cittadini. 
In materia il PD, almeno finora, si è trincerato dietro un no pregiudiziale a ogni forma di presidenzialismo a livello nazionale viceversa si inebria per l’elezione diretta di sindaci e presidenti di regione. 

Come può continuare ad arroccarsi in questa dissociazione? 
Intanto una sorpresa o una quasi sorpresa c’è stata con le primarie del PD e la vittoria di Elly Schlein. Se è certamente presto per giudicare le mosse della neo segretaria non lo è per capire come e perché ha vinto. Intanto è scesa in campo sicura di vincere nonostante i pronostici sfavorevoli e ha vinto perché la sinistra interna rinforzata dall’ammissione al voto degli ex art.1 è diventata larga  maggioranza nel PD di Milano, di Roma, di Napoli e lo è sia nel partito degli iscritti e molto di più nel popolo delle primarie. Mi ha colpito che il primo atto della nuova segretaria sia stato l’immediata mobilitazione per promuovere l’iscrizione al partito degli elettori delle primarie. Indubbiamente Schlein vuole consolidare il successo conquistando quella maggioranza degli iscritti che le è sfuggita al primo giro. Chissà un timore velato, un’insicurezza improvvisa. Mi ha colpito anche la campagna dei cosiddetti riformisti del PD che non si sono battuti mai né hanno offerto una piattaforma chiara, risoluta, innovativa. In realtà il congresso si è messo male da quando – a cominciare da Letta – Renzi è stato eletto a nemico pubblico n.1 mentre Speranza, Bersani, D’Alema son tornati tra i festeggiamenti in quella che evidentemente considerano casa loro. Ciò detto penso che sarebbe un errore quello di dare il PD per perso e ormai destinato a essere fagocitato dai 5 Stelle. Non sottovalutiamo i rischi ma nemmeno quel tanto di freschezza, di novità, di energia che è stata l’immediata conseguenza dell’arrivo di una giovane donna sulla plancia di comando dell’unico partito rimasto in campo in Italia.

Ma torniamo a noi. Il Forum Socialista dopo questa seconda felice prova deve intensificare i suoi appuntamenti e allargare attenzione e partecipazione alle donne e ai giovani. Possiamo a grandi eventi di approfondimento e discussione politica a cominciare dall’aggressione russa all’Ucraina; dalla ritornante emergenza migranti; alle incombenti emergenze sanitaria e scolastica. 

Dipende invece da voi di replicare, ove lo vogliate, iniziative come quella di oggi o di percorrere altre strade. Quel che conta è ricominciare a pensare, a parlare, a incontrarci.   
2 Commenti
Guido Villani
21/3/2023 15:57:58

Sono sorpreso dalla brevità dell'intervento di Martelli. So che non era un'assemblea di partito, ma poteva approfittare dell'occasione per svolgere un ruolo politico più incisivo. Ad esempio : cosa pensa di una futura alleanza e con chi? Doveva pronunciarsi in merito ad una posizione di perfetta autonomia del futuro PSI e una chiamata a raccolta della diaspora socialista che milita negli altri partiti. Comunque ci saranno altre occasioni per approfondire i temi proposti. Soltanto Martelli potrà riunire tutti i socialisti in un PSI nel quale, le parole d'ordine, ritorneranno ad essere LIBERTA' e DIRITTI.

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Fabio Tonelli
21/3/2023 21:35:21

Martelli potrà essere un punto di riferimento per la diaspora socialista solo nel momento in cui saprà mettere in evidenza i limiti del PD e si contrapporrà, sempre da sinistra, sulle scelte illiberali e liberticide di un PD che, troppo idealizzato, non sa dialogare con l'opposizione con spirito costruttivo e come alternativa al CDX. Ossia in modo liberale, riformista e socialdemocratico, tutti valori che ormai non appartengono che ad un esigua minoranza del PD.

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