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GIULIA CAVALLARIGiovane Avanti! Bologna L'organizzazione internazionale del lavoro (OIL) evidenzia come l'occupazione giovanile e la ripresa post-pandemia sia ancora in ritardo. E' chiaro che la pandemia ha danneggiato- fortemente- i giovani (di qualsiasi fascia di età).In particolar modo, nel mondo, i giovani con un'età compresa tra i 15 e i 24 anni sono stati "protagonisti" involontari della perdita di posti di lavoro in maniera molto più marcata rispetto agli adulti.Ma non si può nascondere un dato che riguarda le giovani donne perché per loro la situazione è ancora più difficile (in molte parti del mondo).Sempre il Rapporto ha evidenziato che la condizione di NEET è molto più diffusa tra i giovani nella fascia di età tra i 20 e 24 anni. Questo è dovuto al fatto che i giovani che hanno una età tra i 15 e i 19 anni solitamente frequentano corsi di istruzione secondaria o corsi di formazione. Il Rapporto OIL "Tendenze mondiali dell'occupazione giovanile 2022" ha portato alla luce un'immagine non positiva per le nuove generazioni. E' emerso che il numero totale dei giovani disoccupati, su scala mondiale, sarà di circa 73 milioni, con un piccolo miglioramento rispetto al 2021 quando il numero era di circa 75 milioni.
Nel 2020 - anno della pandemia - il numero di NEET cioè di giovani che non lavorano, che non studiano e che non si formano è arrivato al 23.3% con un aumento di oltre 1% rispetto all'anno precedente, ma soprattutto un aumento che non si vedeva da circa 15 anni. Nell' anno della pandemia l'aumento della disoccupazione giovanile è stato di circa 4 milioni di giovani con un impatto sul mercato del lavoro devastante e la maggior parte della perdita occupazionale è stata causata da una uscita del mondo del lavoro a causa di eventi e circostanze imprevedibili e straordinarie. Ma ancora una volta, anche a livello internazionale, le donne e - in particolare- le giovani donne vivono una condizione peggiore rispetto ai giovani uomini.E' stato stimato che oltre il 27% delle giovani donne- a livello mondiale- avrà un lavoro. La differenza con i giovani uomini è pari al 12.9% ( il 40.35 dei giovani uomini ha maggiori probabilità di trovare un lavoro). Un vero e proprio divario di genere che si rafforza nei paesi che hanno un reddito medio-basso. Significa che i ragazzi hanno quasi un 50% di possibilità in più rispetto alle ragazze di poter trovare una occupazione. La categoria delle giovani donne presenta un rapporto occupazione/popolazione che è molto più basso rispetto agli uomini andando ad accentuare quel divario già menzionato che, anzi, negli ultimi due anni, ha reso ancora più profondo questo divario. Durante la Conferenza Internazionale del lavoro nel 2021 era stato affermato che "la crisi ha profondamente compromesso l'istruzione, la formazione e l'occupazione dei giovani. che "la crisi ha profondamente sconvolto l'istruzione, la formazione e l'occupazione dei giovani, giovani, rendendo ancora più difficile per loro trovare un lavoro, passare con successo dall'istruzione e dalla formazione al lavoro, continuare l'istruzione o avviare un'impresa. lavoro, proseguire gli studi o avviare un'attività imprenditoriale, con il rischio di una riduzione della traiettoria di guadagno e di avanzamento nel corso della vita lavorativa. di guadagno e di avanzamento nel corso della vita lavorativa". Più di 1 giovane su 5 non frequenta corsi di istruzione, non si forma e non lavora. Un dato fortemente negativo.Nel 2020, la percentuale di NEET ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 15 anni. Si tratta di quel gruppo di giovani che è maggiormente esposto al rischio di vedere ulteriormente peggiorate le proprie condizioni, opportunità, possibilità a causa di effetti che ormai sono considerati "permamenti". Proprio l'edizione 2022 evidenzia come l'area dell'Europa e dell'Asia Centrale raggiunga una percentuale del 16.4% (+1.5%) in termini di disoccupazione giovanile (rispetto al tasso globale: 14.9%). L'impatto devastante che il Covid-19 ha avuto sulle nostre vite e sul piano occupazionale è stato ancora più evidente per i giovani. Un vero e proprio deficit occupazionale rispetto al 2019 (antecedente il covid). Il rapporto occpuazione/popolazione è sceso del 3% tra il 2019 e 2020, mentre quello degli adulti è sceso del 2.5% (nello stesso periodo).Quella dei giovani è stata la categoria maggiormente colpita perchè sono crollate le nuove assunzioni, ma i giovani sono anche quelli del precariato, dei contratti a tempo determinato, della mancanza di tutele, di stage e tirocini gratuiti. Fanno parte di quella categoria che più facilmente può perdere il lavoro o non lo trova affatto.La crisi provocata dal Covid-19 ha invertito quella rotta fatta di progressi e conquiste, ma anche di riduzione dei tassi negativi che riguardavano i NEET giovanili. Nell'anno della pandemia (2020) 1 giovane su 4 era NEET. Ma viene evidenziato come la ripresa occupazione dei giovani sia in una fase di stallo. E’ fondamentale “che gli investimenti […] devono essere accompagnati dalla promozione di condizioni di lavoro dignitose per i giovani. Ciò include la garanzia dei diritti fondamentali del lavoro, tra cui la libertà di associazione, il diritto alla contrattazione collettiva, la parità di retribuzione per un lavoro di egual valore e la libertà dalla violenza e molestie nel mondo del lavoro”.
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