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il nostro maggio

19/3/2022

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riccardo imperiosi

Direttore Giovane Avanti!

Risposte e non manganellate. Così titolava il precedente articolo nell’ultimo numero dell’Avanti!, in cui - dopo le dolorosissime morti di Lorenzo e Giuseppe - manifestavo apertamente la necessità di risposte alle nuove generazioni su un sistema che si sta rivelando inadeguato e pericoloso. Risposte che non chiedevo solo io ma un’intera generazione scesa in piazza più volte, ovviamente senza ottenere nient’altro che lo sterile appoggio del mondo politico.

Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio, se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento
Da anni vige un processo di estrema mediocrizzazione del sistema scolastico: dal 2008, tutti gli stati europei hanno ridotto la spesa in istruzione. La spesa media europea rispetto al Pil nel 2009 era del 5,2% di quest’ultimo, mentre nel 2017 la troviamo al 4,6%, notando quindi una diminuzione dello 0,6%. Ma guardiamo il dato italiano: nel 2009 la spesa in istruzione corrispondeva al 4,6% del Pil, mentre nel 2017 diminuisce dello 0,8%, attestandosi al 3,8%. Quindi non solo la spesa complessiva è sempre stata al di sotto della media europea, ponendo l’Italia al livello di Bulgaria, Irlanda e Romania, ma è stata anche una delle nazioni che ha effettuato più tagli, in barba alla già irrisoria spesa. Certo, non è stata quella che ha tagliato di più - il Portogallo ad esempio ha tagliato sì la spesa dell'1,9%, ma lo ha fatto partendo da una spesa del 6,5% del Pil - ma è stata quella che ha effettuato più tagli in una condizione già sfavorevole. Inoltre la promessa di ripresa economica per accettare i tagli in materia di istruzione non è accettabile. La Grecia, che come è noto ha vissuto un periodo di forte regressione economica che per poco non è terminato con la bancarotta statale, ha tagliato i fondi per l’istruzione solo dello 0,2%, segno che, stilando le priorità nazionali, è possibile porre il futuro di un paese di fronte allo sciagurato presente. In Italia le cose, dopo il 2017, sembravano andar meglio ma purtroppo non è così: se per il 2020 c’è stato un surplus di 113 milioni di euro da investire, che su sessanta miliardi e mezzo non sono poi così tanti, circa lo 0,18%, nei prossimi quattro anni sono previsti tagli progressivi fino a quattro miliardi di euro, per una perdita complessiva all’incirca del 6,6%. 

Con queste premesse capiamo bene come la questione dell’alternanza scuola-lavoro sia uno snodo centrale per il futuro del mondo scolastico in Italia. Imbrigliati in un sistema scolastico in continua regressione, per i ragazzi diventa ancor più fondamentale il corretto ingresso nel mondo del lavoro o in quello universitario per non soccombere definitivamente nel già citato mondo ipercompetitivo. 

Le ultime norme purtroppo sembrano solo confermare questo trend: come già sottolineato il mese scorso, subordinare l’ammissione all’esame di maturità, in cui si dovrebbe valutare la preparazione didattica e la crescita umana dello studente, al raggiungimento di un elevato numero di ore di scuola-lavoro è una castroneria se non un ricatto. 
Vale la pena ricordare che, per gli istituti tecnici e professionali, tale alternanza era già presente e, quindi, con le ultime riforme viene aggiunta solo ai licei. Sarebbe stato più utile far fare una scelta agli studenti tra una corretta alternanza scuola-lavoro, non percorsi inutili e inadeguati al percorso di crescita di un ragazzo, e un adeguato orientamento universitario, il quale è troppo spesso carente. 
Come se ciò non fosse abbastanza, questo ricatto si trasforma talvolta in sfruttamento, essendo lo studente praticamente a costo zero. Sfruttamento che ovviamente si traduce in assenza di formazione e/o affiancamento sul posto di formazione - non di lavoro!

Anche per questo motivo rilanciamo il percorso intrapreso dalla UIL con l’allora Ministero dell’Istruzione e della Ricerca nel 2017, in cui veniva proposto un periodo di formazione inerente al proprio percorso di studi, con un codice etico messo nero su bianco, incentrato sull’obiettivo di offrire agli studenti l’opportunità di conoscere il lavoro nelle varie articolazioni: la rappresentanza sindacale sui luoghi di lavoro, la tutela assistenziale, previdenziale e fiscale, la contrattazione, l’interlocuzione con le istituzioni e così via. Proposta approfondita meglio nella sezione di Giovane Avanti! dedicata alla collaborazione con la UIL. 

E se vi siete detti “non sta succedendo niente, le fabbriche riapriranno, arresteranno qualche studente”, convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco

Iniziamo da qui a cambiare le cose. Perché ne va della tutela dei nostri ragazzi, ne va della tutela del nostro futuro. Basta immobilismo e reazioni violente, il sistema scolastico e quello di alternanza scuola-lavoro hanno bisogno di riforme serie e immediate. Basta ammazzare i nostri ragazzi quando dovremmo solo essere in grado di formarli per il mondo che verrà. 

Non pensare al futuro vuol dire non accorgersi quando esso diventa presente. A quel punto è tardi. Lottate ragazzi. Lottiamo insieme.

E se credete ora che tutto sia come prima [...] convinti di allontanare la paura di cambiare, verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte.

Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti.
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