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Giulia CavallariGiovane Avanti! Bologna Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione contiene le linee guida e di azione per promuovere la trasformazione digitale della PA e dell’Italia. Il Piano Triennale ha come obiettivo principale lo sviluppo di una società digitale in cui i servizi siano al centro e soprattutto siano accessibili ai cittadini e alle imprese e da loro fruibili garantendo così un rapporto e uno scambio con la PA. Un altro obiettivo è la promozione di uno sviluppo sostenibile, etico e inclusivo per uno sviluppo dei servizi garantendo anche una loro sostenibilità ambientale. Un ulteriore obiettivo che può essere individuato riguarda la diffusione delle nuove tecnologie digitali nel settore produttivo del Paese favorendo “la standardizzazione, l’innovazione e la sperimentazione nell’ambito dei servizi pubblici”. È stato pubblicato l’aggiornamento del Piano Triennale da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale 2022-2024. Un testo che recepisce gli obiettivi fissati con il PNRR e la Missione 1 (“Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo”). Il PNRR, varato nel 2021 aveva (e ha) come obiettivo primario quello di sostenere la ripresa del Paese in seguito alla pandemia da Covid-19, ma ha anche l’obiettivo di sanare numerose carenze strutturali come quelle legate alla crescita e all’occupazione.
Il PNRR nella Missione 1 con i suoi 40,29 miliardi di euro rappresenta una delle parti più importanti del Piano con l’obiettivo di “dare un impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Sistema Paese”. La Missione 1 del resto è trasversale all’intero PNRR perché come viene riportato “la digitalizzazione è infatti una necessità trasversale, in quanto riguarda il continuo e necessario aggiornamento tecnologico nei processi produttivi, le infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset (Missioni 2 e 3); la scuola, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative, della qualità degli edifici (Missione 4); la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini (Missioni 5 e 6)”. Il Piano Triennale, nell’ambito di una trasformazione digitale che il Paese sta vivendo (seppure in forte ritardo rispetto al contesto europeo), è stato aggiornato anche alla luce degli eventi- come la pandemia che abbiamo vissuto e di cui paghiamo ancora le conseguenze- che hanno sconvolto il nostro Paese e il mondo intero perché si è reso necessario un adeguamento alla luce degli interventi finanziari nazionali e comunitari in tema di digitalizzazione e trasformazione digitale. La prima edizione del Piano è del 2017 e fin da subito ha rappresentato un documento fondamentale sia di supporto che di orientamento per una Pubblica Amministrazione che è sempre stata un po' restia ad una vera e propria trasformazione digitale. Inoltre la Strategia Italia Digitale 2026 è un documento pubblicato nel 2022, ma approvato nel 2021 e che, di fatto, “sintetizza la strategia digitale e tecnologica per l’Italia, che il Governo ha prima impresso al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e poi avviato tra il febbraio 2021 e ottobre 2022”. Un documento importante per l’implementazione dell’Agenda Digitale del Paese e che dovrà essere la bussola per il Governo per la digitalizzazione del Paese. Come viene riportato nel documento si deve evidenziare che a livello nazionale “è stato messo in campo e realizzato un corposo disegno normativo e di riforme a sostegno del processo di innovazione e digitalizzazione del Paese”. Una strategia con obiettivi di notevole importanza che si muovono lungo il programma strategico per il decennio 2020-2030 individuato a livello europeo e denominato Bussola Digitale 2030. Bussola Digitale è il programma strategico per il decennio digitale che fissa obiettivi e traguardi entro il 2030 per la trasformazione digitale a livello comunitario. Nel dicembre 2022 il Parlamento europeo e il Consiglio hanno emesso una decisione con quale viene istituito il programma strategico per il decennio digitale 2030 individuando prima con la Bussola Digitale 2030 un percorso dell’UE per “la trasformazione digitale dell’economia e della società dovrebbe comprendere la sovranità digitale in modo aperto, il rispetto dei diritti fondamentali, dello Stato di diritto e della democrazia, l’inclusione, l’accessibilità, l’uguaglianza, la sostenibilità, la resilienza, la sicurezza, il miglioramento della qualità della vita, la disponibilità di servizi e il rispetto per i diritti e le aspirazioni dei cittadini. Dovrebbe contribuire alla costruzione di un’economia e una società dinamiche, eque ed efficienti in termini di risorse nell’Unione”. La trasformazione digitale che l’Italia attende da troppo tempo è possibile se vi è una forte e leale collaborazione sia a livello istituzionale sia a livello scientifico altrimenti il risultato (negativo) è quello di essere sempre quel fanalino di coda nel contesto comunitario. Basti pensare al DESI (indice di digitalizzazione dell’economia e della società, di cui abbiamo già avuto modo di parlare) dove l’Italia nel 2022 è riuscita a risalire di qualche posizione, ma che- secondo il DESI 2020- si posizionava al 25° posto. Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione 2022-2024 è suddiviso in tre parti: la prima composta dall’Executive Summary, dalla descrizione della strategia, dall’approfondimento sui principi guida dell’AgID; la seconda parte è suddivisa in capitoli, ognuno dei quali corrisponde ai livelli rappresentati nella Strategia; la terza parte è quella governance che deve essere attuata per la trasformazione digitale del nostro Paese e le azioni che le PA devono compiere. L’obiettivo è colmare dei divari ormai cronici, divari strutturali, ma anche di competitività e di produttività oltre all’ormai noto divario di digitalizzazione. L’obiettivo cardine, attraverso il PNRR e il Piano per l’informatica è rendere la Pubblica Amministrazione vicina ai cittadini e alle imprese offrendo e garantendo servizi sempre più efficienti ed facilmente accessibili agendo sull’infrastruttura digitale, spingendo verso l’utilizzo del cloud nazionale, favorendo una semplificazione delle procedure ricorrendo al cosiddetto principio once only (spesso ignorato dalle PA) in base al quale le pubbliche amministrazioni devono evitare di chiedere a cittadini e imprese informazioni che questi hanno già fornito e rafforzando le difese in tema di cybersecurity in termini di protezione degli enti, delle imprese e dei cittadini. Entro il 2026 si dovrà concludere il percorso di adozione del cloud da parte delle pubbliche amministrazioni del Paese (ciò è stato ribadito anche con la firma del recente Decreto n. 3 del 2023 del Dipartimento per la trasformazione digitale-Presidenza del Consiglio con il quale sono state “stabilite le modalità di trasmissione dei piani di migrazione predisposti dalle PA”. Una migrazione verso il cloud nazionale che deve essere effettuata replicando il servizio esistente in un ambiente cloud ( come previsto dalla Determina del Dipartimento per la trasformazione digitale-Presidenza del Consiglio del 7 ottobre 2022) Un altro principio molto importante è quello della interoperabilità cioè della collaborazione e del dialogo tra le Pubbliche Amministrazione perché in molti casi i ritardi che si scontano sono dovuti proprio ad un assenza di comunicazione e dialogo tra uffici e tra uffici e cittadini al punto che l’AgID ha pubblicato nel 2021(e aggiornato nel 2022) le Linee Guida sull’interoperabilità tecnica delle Pubbliche Amministrazioni e rappresenta uno dei pilastri del Piano Triennale per l’informatica in quanto necessario al funzionamento del sistema informativo della Pubblica Amministrazione. Il PNRR, la Strategia Italia 2026, la Bussola Digitale 2030 sono tutti strumenti attraverso i quali colmare il grave ritardo in termini di digitalizzazione e di connettività del Paese. A livello di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione l’Italia ha previsto piani di investimento maggiori rispetto agli Stati membri perché maggiore è il ritardo che presenta. Le “parole d’ordine”? Digitalizzazione, innovazione, sicurezza informatica L’Obiettivo? Un’Italia moderna, competitiva e con una Pubblica Amministrazione in gradi di rispondere adeguatamente e in tempi celeri alle richieste di cittadini e imprese. È un obiettivo che deve essere perseguito e raggiunto per evitare di essere sempre il fanalino di coda di una Unione Europea che viaggia a due velocità. Nell’arco di questi ultimi anni l’Italia sta attraversando quella fase di trasformazione digitale anche con l’adozione a livello istituzionale e legislativo di norme, regolamenti, documenti, determine per consentire una effettiva transizione digitale all’apparato della pubblica amministrazione che sia conforme ai livelli minimi di sicurezza, di affidabilità delle infrastrutture digitali oltre che ai livelli di performance e portabilità dei servizi cloud per la PA. I fondi previsti dal PNRR per la trasformazione digitale (il 20,7% delle risorse totali) rappresentano la nostra occasione, quel treno che sta passando e che dobbiamo prendere perché non passerà più.
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