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In Puglia è guerra aperta, il campo progressista si sfalda

15/4/2024

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Marco Cappa - Giovane Avanti! Roma

 ​È guerra aperta in Puglia dopo che Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha fatto saltare le primarie del campo largo in vista delle elezioni comunali di Bari. Ciò, a detta dell’ex Presidente del Consiglio, sarebbe stato causato dal proseguimento dell’inchiesta aperta poche settimane fa a carico di alcuni esponenti del Partito Democratico locale, rei di aver comprato dei voti in due elezioni di piccoli centri del barese. Infatti, a detta di chi sta indagando, le elezioni comunali del 2020 di Grumo Appula e quelle del 2021 di Triggiano, sarebbero state inquinate dalla compravendita di alcuni voti, anche a 50€. Inchiesta che avrebbe portato a dieci indagati e due arresti: Antonio Donatelli, sindaco Dem di Triggiano; e Sandro Cataldo, referente del movimento politico “Sud al centro”. Sarebbe indagata anche Anita Maurodinoia, Assessora regionale ai Trasporti e moglie di Cataldo. Quest’ultima si sarebbe dimessa dalla giunta regionale provocando molte grane al governatore Emiliano, l’unico esponente del PD che all’epoca della segreteria Bersani sosteneva l’utilità di allearsi con il movimento di Grillo, e portando Conte alla rottura con il partito di Schlein.
Una scelta, quella di Conte, che secondo la Schlein faciliterebbe la vittoria alle comunali della destra.
C’è da dire che nonostante nel centro-sinistra attualmente ci siano due candidati sindaci, Michele Laforgia (M5S, Italia Viva, Sinistra Italiana, PSI e +EU) e Vito Leccese (PD, Azione e Verdi), il candidato pentastellato starebbe temporeggiando in vista di una possibile ricucitura del campo largo.
Comunque, Conte non sembrerebbe intenzionato a far pace con la Schlein, rispondendo alle provocazioni di lei minacciando di far saltare l’alleanza non solo a Bari ma in tutto il paese. A detta di qualche malintenzionato però, la scelta di Conte non sarebbe unicamente giustificata da un senso morale provocato dall’inchiesta per l’inquinamento delle votazioni. Infatti, non è sfuggito a pochi la
debolezza del Movimento in questo momento, che nonostante trovi in Puglia una grande base elettorale non può reggere il confronto con il PD. Perciò in questi giorni sta girando la voce, soprattutto negli organi di stampa che fano capo alla destra, di come Conte abbia fatto tutto ciò per evitare di legittimare la leadership Schlein all’opposizione. Infatti, è ormai chiaro come la Meloni veda la segretaria Dem nelle vesti di capo della sinistra e sua principale avversaria. Una legittimazione elettorale, per di più nell’ambito delle primarie del solo campo largo, sarebbe il colpo di grazia che relegherebbe il Movimento 5 Stelle a forza secondaria, per capirci al livello di AVS o dell’ex terzo polo. Un rischio che l’avvocato del popolo non può assolutamente correre dato il mutamento dello scenario politico nazionale, in un quadro in cui oltre al rafforzamento di FDI e PD vediamo anche il delineamento di una seria area liberal al centro.
Insomma, osservando bene la situazione pugliese possiamo renderci conto di come i possibili, e ora concreti, rischi del campo largo non deriverebbero dal suo, perdonate il gioco di parole, allargamento ai liberali e ad AVS, come qualcuno immaginava; ma il suo più grande pericolo sarebbe proprio la competizione, che oggi sembra implacabile, tra PD e M5S. Situazione che a qualche nostalgico come me, può ricordare in linea generale quella della frattura insanabile tra PSI e PCI nella Prima Repubblica. Paragone azzardato forse, ma che può restituirci l’idea di un quadro politico, quello che alcuni chiamano “Terza Repubblica”, in cui il campo progressista potrebbe ritrovarsi ad essere irrimediabilmente separato e compromesso.
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