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La scuola che vorrei

30/9/2022

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Sofian Aboulmachayl

​Vice Segretario Nazionale Federazione degli Studenti

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La scuola di oggi non riesce ancora a cogliere il suo vero ruolo nella società italiana.
La scuola ha un valore sociale che dobbiamo affermare con forza: è il valore della quotidiana relazione fra docenti e studenti, della vita in comune, delle relazioni di cooperazione, delle regole condivise e degli apprendimenti che aprono alla conoscenza della vita. Il sistema scolastico dovrebbe, o meglio deve offrire gli strumenti adeguati alle giovani generazioni per poter far fronte alle sfide che l’attualità pone.
In troppi parlano della scuola, soprattutto la secondaria di secondo grado, come il mezzo per formare futuri lavoratori, capaci di immettersi all’istante nel mercato andando incontro alle offerte già esistenti. Personalmente preferisco pensare che l’istruzione serva per stimolare un senso critico nella mia generazione, per formarci come cittadinanza prima che lavoratori.
Sono decine e decine di anni, con colpe trasversali, in cui vediamo una costante nell’alternanza dei governi in crisi: i tagli di bilancio sull’istruzione.
Oggi questo deve subire un immediato cambio di marcia.
Dobbiamo approfittare dell’opportunità unica che offre il Next Generation per rivedere il sistema scolastico nella sua interezza.
Urge un piano strutturato decennale per l’edilizia scolastica, ripensando, oltre al tema della sicurezza degli edifici scolastici, anche alle strutture per rendere l’ambiente più stimolante agli studenti e alle studentesse.
Dobbiamo cominciare a vedere la scuola per quello che è, il nucleo pulsante di ogni comunità, e permettere quindi alle realtà e associazioni del territorio di usufruire degli spazi per progetti aperti a tutti i cittadini, partendo proprio dagli studenti stessi.
Al contrario, le scuole hanno perso la loro centralità e sono state relegate dall’agenda politica a ruoli sempre più periferici, congelate in un sistema didattico nozionistico, non più adatto al mondo frenetico in cui siamo immersi, in cui lo studente svolge un ruolo passivo, spettatore e non partecipe della sua istruzione e del suo sapere.
​
La didattica deve innovarsi in modo importante e impregnarsi dei nuovi metodi di insegnamento, anche tramite le nuove tecnologie, sfruttando quei mezzi che il distanziamento sociale ci imponeva, migliorandoli per poter rendere l’istruzione ancora più inclusiva.
La realtà cambia sempre più velocemente, mentre la scuola resta ferma.
Lo stesso ex Ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi, qualche mese fa ha detto che “la scuola non è un luogo per accumulare conoscenze. Il mondo oggi è pieno di informazioni, la scuola serve per tenere insieme la complessità del mondo digitale che permette di conquistare un orizzonte più ampio”.
Dopo due anni di pandemia, che hanno visto crescere negli adolescenti, a livelli più che mai preoccupanti, disagi psichici, disturbi alimentari, attacchi di panico e crisi depressive, la scuola deve salvaguardare e sensibilizzare all’importanza della salute mentale, creando un ambiente di benessere con sportelli di consulenza psicologica per studenti e studentesse, formazioni e corsi di aggiornamento per i docenti su tali tematiche e l’implementazione nei corsi di studio di materie quali l’educazione sessuale e l’educazione all’affettività, componenti fondamentali nella vita di un/una adolescente.
Il quadro normativo italiano stabilisce l’obbligo per la scuola di combattere stereotipi e pregiudizi e di realizzare percorsi educativi di valorizzazione delle differenze per prevenire la discrimazione religiosa, i bullismi, le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere e il razzismo.

Ma è davvero così?
E’ urgente una riforma per trasformare il sistema di istruzione italiano.
Ma per cambiare radicalmente rotta deve emergere nel paese una rinnovata consapevolezza su quanto sia importante ridare centralità alla scuola, che deve tornare ad essere il cuore pulsante del nostro paese, un luogo che attiri da tutto il mondo studenti e studentesse, ricercatori, menti brillanti, entusiasti della qualità del nostro sistema scolastico, orgogliosi di dire “Sì, io studio in Italia.”
Facciamo sì che la scuola diventi finalmente uno dei mezzi per “rimuovere gli ostacoli … che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…” (Art. 3 della Costituzione)
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