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RedazioneGiovane Avanti! Nei giorni in cui si insedia la Commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro (Presidente Gribaudo) il governo Meloni, con la ministra del Lavoro Calderone, decide che è giunto il momento di dare un taglio al risarcimento una tantum alle famiglie dei lavoratori morti per il lavoro e di lavoro con il Decreto Ministeriale n. 75 del 2023. Si tratta di quel risarcimento che l’INAIL versa una tantum alle famiglie nell’arco di poche settimane, in attesa dell’indennizzo che verrà stabilito e fissato in seguito alle adeguate e dovute procedure conseguenti all’incidente che il lavoratore ha subito e di cui è rimasto vittima. Questo Fondo fu istituito all’epoca del secondo Governo Prodi, quando Ministro del Lavoro era Cesare Damiano. Un Fondo che riguarda le vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro e permette ai familiari di ricevere questo indennizzo. Si tratta di un decreto del Ministero del Lavoro che ha fissato un minimo di € 4.000 (contro i € 6.000 del 2022) e un massimo di € 14.500 (contro i € 22.400 del 2022).
Questo decreto prevede all’articolo 1 che “ferme restando le procedure, i requisiti e le modalità di accesso ai benefici del Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, individuati con il decreto del Ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali del 19 novembre 2008 […] tenuto conto della nota tecnica elaborata dall’INAIL, per gli eventi verificatesi tra il 1 gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023, l’importo della prestazione di cui all’articolo 1 comma 1 del decreto ministeriale del 19 novembre 2008 è determinato secondo le seguenti tipologie distinte per numerosità del nucleo familiare”. Sono previste 4 tipologie in base al numero di superstiti nel nucleo familiare prevedendo la somma di € 4000 in caso di 1 superstite, € 7.500 in caso di 2 superstiti, € 11.000 in caso di 3 superstiti, €14.500 in caso di più di 3 superstiti. Un altro segnale negativo, l’ennesimo, di questo Governo. Hanno ridimensionato anche il Fondo di sostegno per le famiglie vittime di gravi infortuni”. Lo hanno tagliato: -45% è la percentuale delle risorse tagliate. Il Fondo passa così da 9,8 milioni di euro a 5,5 milioni. Perché andare a tagliare un Fondo che ha una sua valenza e una sua importanza, proprio quando a metà anno abbiamo già un drammatico bilancio legato alle morti di lavoratrici e lavoratori durante lo svolgimento delle loro mansioni. Ancora una volta un governo che si scaglia contro i più deboli e più indifesi. Bruno Giordano, magistrato di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro ha dichiarato che “Coraggio e oltraggio sono le parole che mi vengono in mente. Ci vuole coraggio per piangere i morti sul lavoro e poi diminuire drasticamente l’una tantum per gli eredi. Ma è anche oltraggio a chi perde la vita e a chi resta. In un Paese che ha distribuito a pioggia i soldi del PNRR, ad esempio con il bonus turismo o quello per l’edilizia, tagliare un già misero riconoscimento offende il senso stesso dello Stato e la dignità di chi lavorava e non è tornato a casa”. Perché compiere un gesto così ‘violento’? Questa scelta è letteralmente incomprensibile. Un Governo che è perennemente alla ricerca di fondi (perché lo sappiamo bene che i conti pubblici italiani camminano sul filo di un rasoio) ha tagliato, ancora una volta, dove non avrebbe dovuto. Ancora una volta un taglio sulla pelle dei cittadini di un Paese in cui il numero dei morti sul luogo di lavoro e per il lavoro ha già raggiunto, solo in questi primi sei mesi del 2023, la terribile cifra di 264 decessi.
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