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Giulia Cavallari Giovane Avanti! Bologna Ieri il Parlamento italiano ha votato il via libera alla missione “ Aspides” con comando operativo affidato all'Italia.
Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che “Aspides è difensiva e mai offensiva”. Tuttavia, quando si parla di missione difensiva significa non solo azione di ‘scorta’ per le navi mercantili, ma anche- come già accaduto alla nave “Caio Duilio”- azione difensiva cioè possibilità di reazione in modo militare. Concretamente le parole utilizzate dal Ministro degli Esteri sono state quelle di “autodifesa estesa” vale a dire la possibilità di intervenire per neutralizzare eventuali attacchi da parte degli Houthi che stanno mettendo a dura prova il commercio marittimo internazionale in quel tratto di mare. Il Parlamento ha anche votato la Missione “Levante” che impiegherà 200 uomini, una nave, una decina di mezzi e un mezzo di aviazione con l’obiettivo di portare aiuti alla popolazione di Gaza che sta vivendo una situazione drammatica prevedendo anche aiuti da paracadutare. A larga maggioranza è stato dato il via libera alla missione o meglio il Parlamento ha autorizzato diverse missioni internazionali tra cui “Aspides”. Una missione che ha come obiettivo quello di garantire la libertà e la sicurezza delle navigazione delle navi e cargo commerciali. Come già scritto in un articolo pubblicato pochi giorni fa, si tratta di una missione a difesa delle navi commerciali dagli attacchi degli Houthi. Notizie di poche ore fa riportano nuovi attacchi da parte degli Houthi. Questa volta è stato colpito un cargo greco con l’equipaggio costretto ad abbandonare la nave. Il bilancio è di due marinai morti e 6 feriti. Il Dipartimento di Stato USA ha dichiarato che continuerà a lavorare per punire gli attacchi degli Houthi che mettono a rischio il commercio internazionale, la libera navigazione e la vita delle persone. Inoltre, proseguono senza sosta gli attacchi da parte del gruppo yemenita nell’area del Mar Rosso rendendo sempre più pericoloso oltre che costoso il trasporto via mare delle merci. Una situazione che desta forti preoccupazioni anche sul fronte ambientale perché gli attacchi alle navi cargo e commerciali possono provocare gravi e irreparabili danni ambientali ed ecologici visto che una nave è già affondata e trasportava fertilizzanti. Ma gli attacchi degli Houthi stanno colpendo anche un’altra infrastruttura fondamentale: i cavi delle dorsali sottomarine vale a dire i cavi cablati attraverso i quali rappresentato un asset strategico. Proprio le acque in cui stanno avvenendo gli attacchi degli Houthi ospitano una parte importante e fondamentale del sistema di telecomunicazioni che collegano l’Europa e l’Asia. Queste infrastrutture stanno già subendo sabotaggi che sono stati attribuiti proprio al gruppo yemenita. Si tratta delle infrastrutture strategiche per il web e un loro danneggiamento andrebbe a compromettere il funzionamento della rete internet globale. Verso la fine di febbraio era stato denunciato il danneggiamento di tre cavi sottomarini nello Stretto di Bab el Mandeb (collegamento tra Mar rosso e Oceano Indiano) perché vi erano stati problemi di connessione sia nei Paesi del Golfo che in India e lo Yemen si trova in una posizione strategica perché da li passano diversi cavi sottomarini e se si osserva le mappe di FiberAtlantic si può verificare come il cavo Asia Africa Europe 1 (AAE-1 lungo 25.000 km che parte da Cape D'Aguilar proseguendo verso India, Pakistan, fino a Yemen per poi passare attraverso il Canale di Suez e arrivare in Europa tra Malta-Italia-Francia) sia segnato in rosso (Fault) cioè non funzionante. Anche la difesa dei cavi sottomarini della rete internet rientra 'a pieno titolo' nelle azioni di difesa messe in campo da USA e UE. Proprio quel tratto è uno dei più vulnerabili perchè da lì passa una vera e propria dorsale di cavi che dall'Europa va verso l'Asia e quel tratto di mare è un vero e proprio punto nevralgico e da quei cavi passa circa il 17% del traffico della rete internet mondiale.
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