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Giulia Cavallari Giovane Avanti! Bologna Giorgia Meloni, insieme alla Presidente della Commissione Von Der Leyen, hanno incontrato Al Sisi, Presidente dell’Egitto con l’obiettivo di sottoscrivere un ‘accordo’ dal valore di 7,4 miliardi di euro nell’arco di tre anni (2024-2027). Una somma imponente che l’Europa farà ‘cadere’ sull’Egitto. Hanno fatto parte di questa delegazione anche il cancelliere austriaco Nehammer, i primi ministri del Belgio e della Grecia, De Croo e Mitsotakis, il primo ministro di Cipro, Christodoulidis.
Ursula Von Der Leyen ha dichiarato di essere “felice di essere al Cairo per posare un’altra pietra miliare nel partenariato strategico tra UE ed Egitto, soprattutto considerato il peso politico ed economico dell’Egitto la sua posizione strategica” con riferimento ovviamente alla drammatica crisi di Gaza e ieri è stata ribadita l’opposizione ad una eventuale operazione militare da parte di Israele a Rafah che rappresenterebbe la definitiva catastrofe umanitaria che la Striscia di Gaza e i civili si troverebbero a vivere. A tal riguardo è stata evidenziata l’urgenza di giungere ad un accordo per il cessate il fuoco e fare in modo che arrivino aiuti umanitari a Gaza ove occorrono, quotidianamente, almeno 500 camion di aiuti come ha affermato Von der Leyen. Un accordo che la Meloni ha definito “utile per fronteggiare flussi dei migranti”. Un accordo che ha un prezzo alto per Bruxelles, ma che all’Egitto servono visto l’elevato debito esterno letteralmente schizzato verso l’alto e che sta subendo forti ripercussioni a livello economico (incassi dal Canale di Suez) a causa degli attacchi degli Houthi e circa 1,8 miliardi di euro dovrebbero essere indirizzati verso un sostegno all’economia egiziana. Mentre 5 miliardi di euro saranno redistribuiti su progetti di varia natura e che siano progetti condivisi e che siano relativi a “democrazia, libertà, diritti umani”. Diciamo che l'Egitto non brilla molto per riconoscimento e garanzia di libertà e diritti umani. Chiaramente parte di questi 7,4 miliardi saranno distribuiti anche per investimenti nel settore energetico. L’Unione Europea, come si legge dalla dichiarazione pubblicata, “riconosce l’Egitto come partner affidabile e il suo ruolo geostrategico unico e vitale di pilastro della sicurezza, della moderazione e della pace nella regione del Mediterraneo e del Vicino Oriente e dell’Africa”. Si legge anche che “L’Egitto e l’UE continueranno a lavorare per costruire un’agenda positiva per la prosperità e la stabilità. L’Egitto e l’UE continueranno a lavorare sui loro impegni per promuovere ulteriormente la democrazia, le libertà fondamentali e i diritti umani, la parità di genere e le pari opportunità, come concordato nelle priorità del partenariato”. La Dichiarazione congiunta pone le basi per il futuro partenariato strategico tra Unione Europea ed Egitto con l’obiettivo di definire e riconoscere l’Egitto come “partner affidabile e riconoscere il suo ruolo geostrategico unico e vitale di pilastro nel Mediterraneo”. La firma dell'accordo tra Italia ed Egitto rientra nel fantomatico Piano Mattei del quale ancora si fatica a conoscerne i reali contenuti anche se la Presidente Meloni spiega che “Italia ha un piano con gli Stati africani che è in fase di realizzazione e ammonta a 5 miliardi di euro, e l'Egitto ne fa parte”. Vedremo nel prossimo futuro quali saranno gli sviluppi e se ci saranno degli sviluppi. Si tratta del bilaterale che la Meloni ha avuto con Al Sisi e che ha portato alla firma di oltre 10 memorandum che vanno dall’agricoltura sostenibile ai progetti infrastrutturali. Di fatto, stando a quanto ritiene Meloni, è stata avviata la “cabina di regia” di questo Piano. Nel frattempo il settore finanziario italiano con Cassa Depositi e Prestiti, con Simest, Sace hanno iniziato ad aprire propri sportelli supportati dall’Ambasciata d’Italia al Cairo e sono stati sottoscritti accordi con società private egiziane (come riporta anche il sito della Presidenza del Consiglio). Diciamo che qualsiasi cosa che Giorgia Meloni fa acquista, secondo la comunicazione governativa, quell’aurea dorata, ma guardando poi ai dettagli emergono scatole vuote o accordi che di certo non sono risolutivi per il nostro Paese soprattutto se si guarda all'infiammato contesto geopolitico nel quale l’area del Medio Oriente si trova. Di certo non basteranno accordi o fondi (europei) per bloccare i flussi migratori. Dei 7,4 miliardi, 200 milioni dovrebbero essere destinati alla gestione dei flussi migratori vale a dire per la sicurezza dei confini, per favorire la migrazione legale e scoraggiare quella illegale. Queste parole pronunciate cozzano un po' con l’immagine dell’Egitto che conosciamo in particolare per quanto riguarda il caso Regeni eppure Giorgia Meloni ha ‘liquidato’ la vicenda facendo riferimento (giustamente) al processo in corso a Roma e ha definito questo accordo, appena sottoscritto, come ‘storico’. Sarà pur vero che gli accordi non cambiano la posizione su Regeni, ma quale migliore occasione di poter direttamente porre la questione? Noi cittadini italiani, cara Presidente Meloni, Giulio Regeni non lo dimentichiamo e continueremo a chiedere verità insieme alla famiglia di Giulio. Da Presidente del Consiglio avrebbe dovuto affrontare apertamente ed esplicitamente anche questo tema estremamente delicato soprattutto perché è proprio il regime egiziano che sta coprendo coloro che hanno torturato e ucciso Giulio Regeni.
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