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Meloni rincontra Saied: strada tutta in salita

15/6/2023

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Ettore Di Mattia

Giovane Avanti! Sicilia


​Un breve incontro, quello svoltosi ieri 11 giugno tra Ursula von der Leyen,  Giorgia Meloni, Mark Rutte e il presidente tunisino Kais Saied che definisce un primo passo distensivo nei rapporti tra l’Unione Europea e il paese nordafricano. 
Firmato un memorandum “per un partenariato globale teso a rafforzare i legami economici e commerciali”, tra i quali ovviamente rientra la questione migratoria. Tema molto caro a Giorgia Meloni che su questo piano vorrebbe tenere fede agli impegni presi in campagna elettorale. 

Nella nota si legge inoltre che “nell’ambito del nostro lavoro congiunto sulla migrazione, la lotta contro la migrazione irregolare da e verso la Tunisia e la prevenzione delle perdite di vite umane in mare, è una priorità comune che comprende la lotta ai contrabbandieri e ai trafficanti di esseri umani, il rafforzamento della gestione delle frontiere, la registrazione e il rimpatrio nel pieno rispetto dei diritti umani”. 

Cosa che puntualmente non accade nel paese nordafricano, dato che dal 2021 il presidente Saied si è attribuito pieni poteri costituzionali, ha revocato i membri del governo invocando l’articolo 80 della Costituzione Tunisina ed ha attuato un vero e proprio colpo di stato.
Secondo le denuncia di Amnesty International in Tunisia, “le violenze contro i migranti subsahariani sono di gran lunga aumentati dopo il discorso xenofobo del presidente Saied, pronunciato il 21 di febbraio.
L’organizzazione umanitaria ha intervistato diverse  persone attualmente a Tunisi: cinque richiedenti asilo e 15 migranti irregolari provenienti da vari stati dell’Africa subsahariana. Tutti hanno denunciato di essere stati aggrediti da folle violente e che in almeno tre casi la polizia, pur presente, è rimasta a guardare”

Viene inoltre messo in evidenza come membri del Partito nazionalista tunisino, che denunciano “la grande sostituzione” demografica, sono regolarmente intervistati e promuovono le loro tesi senza alcuna reazione da parte delle autorità.

Secondo il presidente Saied infatti, “orde di migranti irregolari provenienti dall’Africa subsahariana erano arrivati in Tunisia, con la violenza, i crimini e i comportamenti inaccettabili che ne sono derivati. Una situazione innaturale, parte di un disegno criminale per cambiare la composizione demografica e fare della Tunisia un altro stato africano che non appartiene più al mondo arabo e islamico”.

L’Italia, come spesso accade negli ultimi tempi cerca sempre gli alleati sbagliati: Tuttavia l’amore per Visegrad sembrerebbe essersi affievolito dopo la votazione di quattro giorni fa a Bruxelles sul tema migranti, dove il governo si è scontrato con il vecchio blocco alleato( almeno ideologicamente) sulla questione che vede la possibilità di ricollocare i migranti verso i cosiddetti “Paesi di transito” nel caso in cui questi vengano considerati idonei sotto il profilo del rispetto dei diritti umani. 

La Meloni ovviamente sarebbe orgogliosissima di poter portare a compimento una nuova intesa sulla falsariga di Ankara nel 2016, l’accordo che mise fine all’esodo massiccio di migranti lungo la rotta balcanica finanziando il regime Turco di Erdogan

La Tunisia infatti negli ultimi anni è diventato un punto nevralgico per le partenze di migranti subsahariana e nordafricani verso l’Europa e di conseguenza verso il nostro Paese. Ecco perché l’UE ha stanziato 150 milioni di euro per aiutare le casse tunisine e 100 milioni di euro per il controllo dell’immigrazione sulle coste. Tuttavia su la seconda parte del sostegno europeo, il pacchetto di assistenza macro-finanziaria da 900 milioni, l’Ue tuttavia non ha cambiato idea: sarà erogato solo dopo l’intesa tra Saied e il FMI in cambio di riforme strutturali.

Saied però si oppone a questa linea rilanciando sul tema migratorio affermando che la Tunisia “non farà mai da guardia di frontiera di altri Paesi”.
Saied ha da una parte assicurato il suo impegno sui diritti umani e nella chiusura delle frontiere sud del Paese, ma dall’altro sul tema rimpatri è stato categorico: la porta è aperta solo per i tunisini irregolari.
L’idea, che alcuni sostengono segretamente, che il Paese ospiti centri per i migranti in campo di somme di danaro è disumana e inaccettabile” ha concluso il presidente Tunisino. 

Il presidente Meloni spera quindi nell’appoggio sulla questione migranti da chi negli ultimi anni ne ha fatto un capro espiatorio proprio per sopperire alle proprie mancanze politiche che hanno fatto aumentare le disuguaglianze e la precarietà nel paese nordafricano.
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