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Giulia CavallariGiovane Avanti! Bologna Niger e Gabon, due colpi di stato in estate. Otto colpi di stato negli ultimi tre anni. Hanno un punto in comune: si sono verificati in ex colonie francesi. Di fatto un declino ormai inesorabile di quell’ex impero coloniale che era chiamato la “Francafrique”. Proprio quei territori del Sahel in cui l’instabilità politica, geopolitica ed economica è anche la causa degli ormai incontrollati flussi migratori. Il Sahel comprende il Mali (colpo di stato nel 2020), il Niger, il Ciad, Burkina Faso, il Sudan (due colpi di stato nel 2019 e nel 2021). Territori poverissimi economicamente, ma ricchi di materie prime (come l’uranio, il Niger nel 2022 era il 7° paese al mondo per la produzione di uranio, circa il 10% della produzione mondiale e oltre il 25% delle importazioni totali dell’Unione Europea) e luoghi di partenza di parte dei flussi migratori verso l’Europa. Inoltre, in molte zone del Sahel la situazione è peggiorata per la presenza e l’attività di gruppi jihadisti. Il Sahel si trova al centro di dinamiche geopolitiche che vedono coinvolte anche le ex potenze coloniali come la Francia. Quello del Gabon è l’ultimo colpo di stato in ordine cronologico e l’Unione Africana ha provveduto a sospendere il Gabon da tutti i suoi organismi. Già dal 2020 con i due colpi di stato in Mali vi era stato un deterioramento non indifferente dei rapporti con la Francia. Il 30 luglio 2023 il colpo di stato in Niger contro il Presidente Bazoum, in cui i golpisti hanno attaccato l’ambasciata francese a Niamey per poi annunciare la volontà di interrompere i rapporti e gli accordi di cooperazione militare che erano stati firmati con la Francia, rappresenta l’evolversi in negativo è il sintomo più forte delle difficoltà e dei problemi che la Francia ha in quest’area. Il Niger è un paese africano che conta 25 milioni di abitanti che ha ottenuto nel 1960 l’indipendenza dalla Francia.
Bazoum era stato eletto democraticamente ed era l’unico della zona del Sahel e come affermato da Borrell sulle elezioni nel Gabon si hanno molti subbi sulla loro validità democratica. Il Presidente dl Niger, prima di subire il colpo di stato, era uno dei pochi alleati francesi in quell’area. Bazoum è stato destituito dall’esercito e dalla guardia presidenziale comandata dal generale Tchiani che ha preso il controllo del Niger ed viene “accusato” di non aver affrontato i problemi del paese e di aver contribuito ad un peggioramento della situazione in una delle nazioni più povere del mondo. Il Niger ha un PIL pro capite tra i più bassi al mondo. L’ECOWAS (Economic Community of West African States è stata istituita nel 1975 con il Trattato di Lagos) ha chiesto il rilascio del Presidente Bazoum ma l’ultimatum è scaduto senza una soluzione. L’ECOWAS ha introdotto anche delle sanzioni che sono state definite “illegali, ingiuste e disumane” dal generale autore del golpe in Niger. Ma l’unità dell’ECOWAS si è fin da subito sgretolata “l’unità d’intenti dell’ECOWAS si è rapidamente frammentata: mentre inizialmente sembrava che tutti i leader dell’Africa occidentale condannassero il cambio di regime, Mali, Burkina Faso e Guinea hanno radicalmente rivisto la loro posizione, minacciando ritorsioni in caso di un intervento militare esterno in Niger” Anche gli USA e gli Stati europei si erano uniti a questa richiesta. L’Unione Europea sostiene il deposto Bazoum anche perché l’UE è alle prese con gli ormai incontrollati flussi migratori che partono proprio dalla zona del Sahel e lo snodo di Agadez è il ‘cuore’ di una delle principali rotte migratorie. Nel 2015 la Repubblica del Niger aveva approvato una legge (n.36) relativa al traffico illecito di migranti. Una legge che “ha gravemente compromesso il diritto alla libera circolazione all’interno dell’area Ecowas e ha determinato la sistematica violazione dei diritti umani delle persone migranti nel paese”. Una legge che prevedeva che “i migranti non nigerini senza documenti di viaggio validi che vengano trovati a nord della città di Agadez, sono considerati in procinto di entrare illegalmente in Libia o in Algeria e quindi intercettati dalle forze dell’ordine. Il Niger è divenuto, dal 2015, centrale per il controllo della rotta del Mediterraneo centrale che conduce i migranti verso la Libia (altro stato che da anni vive condizioni di instabilità) e poi verso l’Europa. Nel corso di questi anni il Niger è divenuto sempre pi un partner che potremmo definire “strategico” Il punto su cui riflettere è che nessuno di questi Stati ha delle istituzioni forti che sono l’architrave per una democrazia. Il colpo di Stato in Niger porta con se numerose preoccupazione soprattutto sul fronte internazionale e geopolitico vista la grave instabilità dell’intera area. Ora resta “solo” il Ciad, ma anche questo è uno Stato che a livello sociale e politico è piuttosto instabile. Ma sappiamo bene che in Africa non tutto succede per caso. Perché l’Africa oggi è una terra in cui la geopolitica e le relazioni internazionali hanno un ruolo di primo piano. In Africa c’è la Cina (che dagli anni ’90 ha messo in atto una vera azione di “conquista” economica, c’è la Russia (con la presenza della Wagner) che cerca, vista la morsa delle sanzioni internazionali in cui è stretta, di mantenere un suo controllo perché ha bisogno di materie prime, ma anche di denaro. Questa scia di colpi di stato che si sono succeduti nel corso di questi ultimi anni va letta anche guardando al passato coloniale francese perché la Francia puntava ad un cambio nei rapporti con le ex colonie rispetto al passato visto ormai un indebolimento dell’influenza francese in quei territori. Una presenza, quella francese, che soprattutto negli ultimi anni non è ben accetta e non è ben vista. Ma il problema di questa instabilità non riguarda solo la Francia con le sue ex colonie, ma riguarda l’Europa tutta che è “l’ultimo tassello” del difficile e inesorabile flusso migratorio che attraversa quelle zone del Sahel, del deserto del Sahara per arrivare in Libia e Tunisia e infine a Lampedusa, la porta d’Europa.
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