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risposte e non manganelli

18/2/2022

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riccardo imperiosi

Direttore Giovane Avanti!

Cariche e manganellate. Se possibile la peggior risposta che lo Stato poteva dare alle rivendicazioni di migliaia di studenti scesi in piazza in tutta Italia dopo la morte del 18enne di Udine Lorenzo Parelli al suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro. La Rete degli studenti medi è stata chiara: “non vogliamo un'istruzione che ci insegni che il lavoro è morte e precarietà”. Non chiedevano altro che diritti per la loro formazione e il loro futuro. Risultato? Lividi ed escoriazioni lasciati dai manganelli e zero risposte da governo e ministero, che continuano incredibilmente a trattare l’accaduto come un normale incidente. Non lo è affatto. 
Il sistema dell’alternanza scuola-lavoro da anni è profondamente sbagliato, oltre che dannoso per il già difficile inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Non è giusto inserire drasticamente i ragazzi in un contesto totalmente diverso da quello abituale, senza quel minimo di formazione necessaria non solo al fine ultimo dell’incolumità personale e collettiva, ma anche a fronteggiare la normale inesperienza in un contesto di responsabilità o semplicemente finalizzata all’inserimento del ragazzo. Così non solo è inutile - nel mio liceo scientifico erano presenti alcuni percorsi formativi come “impiegato al canile”, in cui nel 90% dei casi il compito era spazzare - ma anche pericoloso, di fatto una forma di sfruttamento e di lavoro nero che porta inevitabilmente ad episodi come quello di Udine. Con le ultime riforme si è subordinata l’ammissione all’esame di maturità, in cui si dovrebbe valutare la preparazione didattica e la crescita umana dello studente, al raggiungimento di un elevato numero di ore di scuola-lavoro. Praticamente un ricatto.

Per questo ci aggiungiamo al lavoro di decine di associazioni studentesche e dei sindacati - come la UIL di Bombardieri con la campagna “Zero morti sul lavoro” e le sue proposte su un’alternanza etica scuola-lavoro - che dicono basta e propongono un futuro migliore.

Basta tagli all’istruzione, riforme sbagliate e insofferenza verso il futuro dei giovani, rimasti ormai imbrigliati e soli in un mondo ipercompetitivo che non dà formazione né aiuti alle prossime generazioni. Basta silenzi quando vorremmo risposte. Basta manganellate quando chiediamo comprensione. Basta morire quando dovremmo studiare.
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