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un taglio inaccettabile

19/4/2022

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Riccardo Imperiosi

Direttore Giovane Avanti!

Nei giorni scorsi il Governo ha varato il DEF, Documento di Economia e Finanza. Il DEF è il documento che definisce le linee di politica economica del paese. Ecco, nel DEF viene diminuita ulteriormente la spesa in istruzione, passando dall'attuale 4% al 3,5% previsto nel 2025. Tutto questo in virtù del "calo demografico degli studenti".

Noi abbiamo le idee molto chiare su questo: senza troppi giri di parole è un taglio imperdonabile, che segue anni di regressione nel sistema dell'istruzione dovuti proprio a continue riforme - per lo più concettualmente sbagliate - e tagli, spesso la causa delle suddette riforme.
Il calo demografico degli studenti è dovuto perlopiù al fenomeno dell'abbandono scolastico, il quale si contrasta migliorando e arricchendo le politiche scolastiche, non impoverendole.

Nel 2019, la percentuale di studenti tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato precocemente gli studi è del 13,5%, dato sì più basso dell’anno precedente, ma comunque superiore alla media UE - 10,2% - e al parametro di riferimento UE, portando quindi l’Italia, come ahimé troppo spesso sentiamo, agli ultimi posti nella speciale graduatoria.

La spesa in istruzione in Italia è da anni sotto la media europea, anch’essa in regressione, al livello di Bulgaria, Irlanda e Romania. Da anni l’Italia è tra i paesi che tagliano di più la spesa nell’istruzione, tagli che comportano inevitabilmente provvedimenti come le ultime riforme, le cui conseguenze sono state disastrose per il sistema italiano: classi pollaio, diplomifici, alternanze scuola-lavoro inutili e pericolose, insegnanti spesso messi all’angolo e nella condizione di svolgere poco e male il loro lavoro.

Alla luce di tutto questo siamo proprio sicuri sicuri che non sia il contrario, e cioè che siano i tagli la causa dell’abbandono scolastico - e quindi del calo demografico degli studenti - e non viceversa? Noi, sinceramente, ne siamo abbastanza sicuri.
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