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Giulia CavallariGiovane Avanti! Bologna Come ogni anno dobbiamo fare i conti con dati e numeri sempre più sconfortanti per un Paese che non cresce, anzi diventa sempre più povero. Un Paese in cui l’esclusione sociale è sempre più evidente e presente.
La Caritas ha pubblicato la XXVII edizione del Rapporto annuale su povertà ed esclusione sociale scattando una fotografia che mostra il fenomeno della povertà sempre più ‘forte’. Sono oltre 5,6 milioni i poveri assoluti in Italia. Rappresentano il 9,7% della popolazione (+0,6%). Significa che 1 residente su 10 non può condurre un livello di vita dignitoso. Da diversi anni siamo di fronte ad un fenomeno strutturale in cui le situazioni di chi già viveva in condizioni di povertà si è trovato ad essere un ‘povero assoluto’. Il peggioramento di tante situazioni nelle città, ma anche nei centri più piccoli rappresenta la sconfitta per il Paese, ma lo è anche per chi non riesce a migliorare la propria condizione economica e di vita.
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Antonio TedescoFondazione Nenni Quando il 28 giugno del 1914 viene assassinato l’Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, colpito dalla pistola dello studente serbo Gavrilo Prinzip, il dirigente repubblicano Pietro Nenni, segretario della consociazione del Pri nelle Marche e direttore del giornale anticlericale “Lucifero” di Ancona, si trova in carcere per i fatti della Settimana Rossa.
Senza indugio si schiera per l’intervento italiano “fin dal primo colpo di cannone” ed invia, tramite un secondino, un articolo al suo giornale dal titolo molto evocativo: “Vogliamo la guerra perché odiamo la guerra”, firmato con lo pseudonimo Cavaignac. Graziato dall’amnistia alla fine dell’anno, torna sulla breccia e, come rileva lo storico Giuseppe Tamburrano, “per l’antimilitarista che si definisce “repubblicano e rivoluzionario”, nel 1915 la rivoluzione si chiama con una parola terribile: guerra”. Il suo impegno pro-guerra è instancabile e diventa ben presto, insieme a Salvemini e Calamandrei, tra gli esponenti di spicco dell’interventismo democratico: fa decine di comizi, scrive articoli infuocati contro il governo e il re, colpevoli di tergiversare sull’entrata in guerra dell’Italia. Pietro Nenni vede nella guerra all’Austria il sogno risorgimentale del completamento dell’Unità nazionale con l’acquisizione di Trento e Trieste. Michael SommovigoFederazione Giovani Socialisti Nella penisola italiana, l’istruzione è tradizionalmente vista come un pilastro fondamentale della società. Tuttavia, dietro le aule vivaci e gli studenti desiderosi di apprendere, si cela un problema crescente e persistente: il precariato nella scuola italiana. Questo fenomeno non solo mina la sicurezza economica dei lavoratori, ma compromette anche la qualità dell’istruzione impartita nelle scuole del paese.
Il precariato: una realtà diffusa Il precariato nella scuola italiana si manifesta attraverso una vasta gamma di contratti temporanei e instabili. Questi lavoratori, spesso altamente qualificati, si trovano costantemente in una situazione di incertezza riguardo alla loro occupazione futura. Insegnanti, assistenti educativi, e personale amministrativo vivono nel limbo contrattuale, senza le garanzie e i benefici che dovrebbero essere garantiti in un sistema scolastico avanzato. Giulia CavallariGiovane Avanti! Bologna Il 2023 è un anno particolare in cui si sono acuiti e risvegliati numerosi conflitti che parevano sopiti. Non possiamo non far riferimento alla questione del Nagorno-Karabakh. Territorio dove periodicamente si riaccende la miccia di un conflitto e di un contrasto mai sopito, ma anche uno degli elementi alla base del nazionalismo di Azerbaigian e Armenia.
Il Nagorno-Karabakh è una regione che si trova, geograficamente, nel Caucaso meridionale, è in pratica un fazzoletto di terra anche più piccolo della Sardegna (per dare un’idea delle dimensioni). Si tratta di una regione oggetto di una vera e propria disputa tra l’Azerbaigian che ne detiene, a livello di diritto, la sovranità e l’Armenia. È una regione abitata da una popolazione per la maggioranza armena e con una minoranza azera. La Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) è, invece, uno stato autoproclamatosi tale e indipendente nel 1991 dopo la fine della prima guerra del Nagorno-Karabakh tra Azerbaigian e Armenia, ma non riconosciuto dalla comunità internazionale (neanche dall’Armenia).. Il conflitto del 1991 lasciò dietro di sé una scia di morti e di profughi. Territori con una situazione economica drammatica Giorgio ProvincialiGiovane Avanti! Ucraina Lo scorso 13 ottobre il quotidiano “La Ragione” pubblicava il reportage esclusivo in cui il sottoscritto passava in rassegna le iniziative d’alcune associazioni, gruppi o artisti italiani parecchio impegnati a diffondere in Italia la peggior propaganda putiniana.
Quello stesso giorno, nelle edicole italiane era possibile trovare anche un bell’articolo pubblicato da “Il Foglio”, in cui Valerio Valentini esprimeva un certo imbarazzo nel veder ricevere (con tanto di convocazione formale – si legge) un putiniano d.o.c. come Andrea Lucidi dall’ambasciatore italiano in Russia Giorgio Starace, che si faceva fotografare con lui all’evento di beneficenza “Per un fiore di senape”. Come ricorda l’articolo di Valentini, Lucidi è la stessa persona che invocava la pena di morte per i sostenitori del “regime di Kyiv” (definendo così il Governo presieduto da Zelenskyj), e che più volte ha screditato le iniziative del Governo italiano all’estero dicendo di vergognarsi per le armi date all’Ucraina. Nel mio reportage lo menzionavo anch’io, esterrefatto dalla leggerezza con cui sul suo canale Telegram il latinense -che gira con la “Z” al braccio- definiva la deportazione dei bambini ucraini in Russia “una menzogna”, sostenendo che ad aver fornito le armi ad Hamas fosse stata Kyiv. Riccardo ImperiosiDirettore Giovane Avanti! Si sa, il livello di attenzione e concentrazione negli anni è drasticamente calato, soprattutto con l’avvento dei social media e l’eccessiva sintetizzazione delle informazioni che questi portano con sé. Non dobbiamo stupirci quindi se le notizie, complici le decine di canali con cui veicolarle immediatamente, hanno vita breve. Come poter pretendere quindi di poter seguire due conflitti contemporaneamente? Dev’essere alquanto complicato, lo capisco.
Chiaramente l’apertura è una provocazione, sono perfettamente a conoscenza delle motivazioni commerciali - in particolare quelle legate alle visualizzazioni delle inserzioni pubblicitarie - che di fatto gestiscono un progetto editoriale nel mondo (l’Italia) di oggi. Credo però che non avere piena contezza dello scenario globale sia una grave lacuna per il servizio che il mondo dell’informazione dovrebbe dare ai cittadini. Prendiamo ad esempio l’improvviso riacutizzarsi delle tensioni in Nagorno-Karabakh, nella Striscia di Gaza e il perdurare della guerra in Ucraina. Ma potrei citare l’Africa e in particolare le regioni del Sahel, dove negli ultimi mesi i colpi di stato sono tornati ad essere i protagonisti dei titoli di giornali di tutto il mondo. Ettore Di MattiaGiovane Avanti! Sicilia Alienazione, ansia, depressione. Sono solo alcuni dei disagi che la pandemia ha contribuito a far crescere esponenzialmente, mettendo a repentaglio la salute dei più giovani.
Il rapporto messo a disposizione dalla fondazione Openpolis basato sul resoconto Istat BES 2022 (benessere equo e sostenibile) registra un lieve miglioramento, rispetto all'anno precedente, riguardo la salute mentale di bambini e adolescenti. È infatti l'indice di salute mentale lo strumento utilizzato nell'ambito degli indicatori BES per stabilire un parametro di riferimento. La misurazione del disagio psicologico adolescenziale si ottiene dalla sintesi dei punteggi totalizzati da ciascun individuo di cinque quesiti estratti da uno specifico questionario. I quesiti selezionati si riferiscono alle quattro dimensioni principali della salute mentale: ansia, depressione, perdita di controllo comportamentale o emozionale e benessere psicologico. In base alle risposte, viene elaborato un indice che varia tra 0 e 100: più è elevato l’indice, migliori sono condizioni di benessere psicologico della persona. Tale indice, una volta scomposto per fasce d'età, sembra indicare un netto peggioramento del benessere psicologico tra ragazze e ragazzi tra i 14 e 19 anni, proprio a cavallo tra la rilevazione del 2020 e quella del 2021. Giulia CavallariGiovane Avanti! Bologna La tensione e gli scontri tra Israele, Palestina e Hamas non accennano a placarsi. L’escalation di questi giorni, ormai più di dieci giorni, è la più violenta degli ultimi anni, paragonata alla guerra dello Yom Kippur di cinquant’anni fa (nota anche come guerra di ottobre).
Soprattutto la tensione tra questi popoli è ormai a livelli sempre più pericolosi, con il rischio di un allargamento di un conflitto e con una escalation che giorno dopo giorno vede alzarsi “l’asticella” di una deflagrazione sempre più grande di una guerra. La diplomazia internazionale con i vari attori di quell’area martoriata è al lavoro, ma è sempre più complicato soprattutto dopo l’esplosione che si è verificata nell’ospedale battista di Gaza City. Un bilancio drammatico: almeno 500 morti e più di un migliaio di feriti. Proseguono gli scambi di accuse con versioni contrapposte per la strage di civili che si trovavano nell’ospedale colpito a Gaza City. Riccardo ImperiosiDirettore Giovane Avanti! L’epidemia di oppioidi continua a dilagare negli Stati Uniti: ormai da anni l’abuso di sostanze oppiacee causa centinaia di migliaia di morti per overdose e rovina milioni di vite per la fortissima dipendenza. Stavolta a tenere banco negli USA è il Tranq, una “nuova” sostanza composta dal famigerato fentanyl – già responsabile di un’ecatombe – e dalla xilazina, un analgesico usato in ambito veterinario.
Vent’anni per accorgersi dell’emergenza Il nome Tranq originariamente veniva usato per riferirsi informalmente solo alla xilazina, la seconda sostanza citata poco fa. Solo successivamente si è iniziato a chiamare con quel nome il composto di fentanyl e xilazina, molto più forte e letale del precedente. In realtà però non si tratta di una nuova droga: il Tranq era già stato identificato oltre vent’anni fa – nei primi anni duemila – a Porto Rico, per poi trovarne tracce in alcune zone degli Stati Uniti e del Canada. Quello che è stato sottovalutato è la sua rapida espansione, complice il basso costo della sostanza, dato dalla facilità di reperimento della xilazina: per questo da almeno prima del Covid il Tranq è presente in praticamente tutti gli Stati Uniti. Elisa BortolazziGiovane Avanti! Bologna Il nostro Paese ha bisogno di dotarsi di Politiche che siano in grado di coniugare il progresso civile, sociale ed economico con l’accettazione, l’inclusione ed il rispetto delle “diversità”, in ogni ambito della società, attraverso l’abbattimento di ogni barriera, sia essa architettonica, sensoriale, cognitiva, culturale e/o sociale.
Il primo passo da compiere, per andare nella direzione del pieno riconoscimento dei diritti della persona, è quello di abbandonare la visione medico-assistenzialistica ed il relativo pietismo, retaggi di un tempo ormai passato, in favore del modello bio-psico-sociale. La persona con disabilità non è un malato. Al contrario, la persona con abilità differente è colei che si trova in condizione di dover superare un maggior numero di ostacoli, rispetto ai cosiddetti “normodotati”, per ottenere il medesimo risultato, sia esso un diritto, pensiamo ad esempio al lavoro, od un sogno, come ad esempio diventare genitore. Non è necessario raffigurarsi chissà quali impedimenti. Si possono considerare diversi ostacoli, quelli che limitano la libertà di movimento e l’autonomia nella quotidianità del disabile, ma tali ‘limiti’ non possono e non devono indurre nell’errore di obnubilare le potenzialità e le capacità dell’individuo. |